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    Genoamania: era campionato, sembrava un'amichevole

    Genoamania: era campionato, sembrava un'amichevole

    • Marco Tripodi
    Il ritorno in campo del Genoa dopo 107 giorni di letargo è un incubo che nessuno si aspettava. Un sogno troppo brutto per essere vero, che ha le fattezze del Parma e il faccione biondo di Andreas Cornelius, il Freddie Kruger vichingo, almeno quando incrocia i colori rossoblù. Trascinati dal corazziere danese, i ducali si confermano la bestia nera del Grifone, infliggendogli una pesante lezione che rimescola le carte e cancella le certezze di chi in casa genoana prevedeva un finale di stagione insolitamente tranquillo.

    AMICHEVOLE - Il ri-esordio rossoblù sembra aver spazzato via in appena 90' il ricordo della bella squadra ammirata quando il covid non faceva ancora paura. Nel deserto di Marassi, i crociati hanno messo a ferro e fuoco gli intenti tattici di mister Nicola, cogliendo una vittoria larga e meritata. Un risultato talmente netto da apparire quasi figlio di un impegno affrontato in maniera antitetica dai due contendenti. Anche a causa di una colonnina di mercurio costantemente posizionata sopra i 20 gradi e la novità dei cinque cambi per sponda, a tratti la partita del Ferraris più che una sfida di campionato è parsa essere una sgambata estiva, di quelle che preparano alla lunga stagione agonistica e che oppongono club di categorie diverse. Da una parte c'era una formazione di Serie A, con un gioco collaudato ed interpreti in grado di fare la differenza ad ogni giocata; dall'altra una squadra di almeno un paio di categorie inferiori, incapace di reggere il passo degli avversari e tecnicamente assai meno dotata di loro. Brutti segnali per chi ha una salvezza da centrare e poche settimane a disposizione per riuscirci.

    CAUSE E RIMEDI - Modo e tempo per lasciarsi alle spalle questa brutta serata di inizio estate comunque non mancano. Per Nicola ed il suo staff non resta che analizzare attentamente i motivi di una simile disfatta e cercare di porvi subito rimedio. Due in particolare saltano immediatamente agli occhi. Il primo è una condizione atletica inevitabilmente deficitaria che non potrà che migliorare nelle prossime settimane. Un ritardo di preparazione amplificato dallo strapotere fisico del Parma, già rodato dalla gara di sabato scorso contro il Torino. Anche se sembra appare difficile credere che una sola partita in più nelle gambe possa giustificare una forbice così ampia tra due formazioni sulla carta più o meno equivalenti.

    DECONCENTRATI - Se sotto questo aspetto Nicola non potrà far altro che attendere che i carichi di lavoro delle scorse settimane diano i loro frutti, ciò su cui si può e deve intervenire subito è invece un atteggiamento mentale assolutamente inadeguato. Il clima di serenità e leggerezza che traspariva da Pegli nei giorni scorsi non è stato evidentemente il miglior approccio ad un finale di campionato in cui c'è una salvezza ancora tutta da conquistare. La classifica d'altronde parla chiaro. Se il torneo finisse oggi il Grifone sarebbe salvo soltanto grazie alla differenza reti. Un vantaggio impensabile da gestire, soprattutto se si guarda ad un calendario zeppo di scontri diretti, compreso quello con il Lecce, attuale coinquilino dei rossoblù.
     
    Prima che a livello fisico, quindi, il Genoa deve darsi una svegliata sul piano mentale. I troppi complimenti evidentemente hanno fatto male a Criscito e compagni, chiamati ora a legittimarli. A cominciare dalla sfida di sabato in casa del Brescia. Una gara in cui il condizionale davanti alla vittoria non deve esistere se ci si vuole risvegliare non solo dal letargo ma anche dall’incubo.

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