Genoamania: una bandiera alla porta
Marco Rossi non si tocca! E’il grido lanciato forte dalla tifoseria su un caso di mercato che probabilmente non farà sensazione quanto il colpo Tevez o la cessione di Cavani ma che a Genova sta montando giorno dopo giorno. La bandiera rossoblù potrebbe lasciare Genova per raggiunti limiti di età, perché non funzionale al progetto o chissà quale altra motivazione di bilancio. Una logica quella dei soldi che stride e allontana sempre di più il cuore della tifoseria dalle scelte della società
Dieci anni dopo il suo arrivo sulla sponda rossoblù del capoluogo ligure sembra possibile un addio. Una scelta non sua, perché Marco Rossi per il Genoa ha fatto sacrifici, ha scelto il Grifone anche nel momento in cui ha toccato il suo minimo storico, senza proclami, correndo da una parte all’altra di campi che chiamare di periferia è quasi fargli un complimento. Perché Marco Rossi è così, uomo di poche parole ma di grande sostanza, uno di quelli che nello spogliatoio si fa sentire trainando il gruppo con gli esempi e non facendosi vedere davanti alle telecamere.
Una bandiera non si può ammainare con un semplice arrivederci, una bandiera va rispettata e perché no, per una bandiera si devono fare dei sacrifici. Marco Rossi per la maglia del Genoa ne ha fatti molti, in campo e fuori, ora tocca alla società. E’vero il capitano non ha più quella freschezza atletica che gli permetteva di trottare per il campo come un ragazzino per trenta e più partite all’anno ma nessuno si può permettere di fargliene una colpa. I valori di Marco Rossi ora sono altri: l’esperienza, il cuore, il carisma. Caratteristiche che in giro non si trovano facilmente.
Solo per questo ad una società non dovrebbe neanche venire in mente di strappare la sua bandiera, appendendola fuori dalla porta a disposizione del primo che passa. Il nuovo corso non può iniziare con un così clamoroso abbaglio. Se una cosa del genere dovesse succedere la colpa sarà di tutti e tutti ne dovranno rispondere: Preziosi, Rosati, Delli Carri e Liverani in primis. Lunga vita (rossoblù) a Marco Rossi!