Genoamania: un'impresa tira l'altra
Il mercato del Genoa è in pieno fermento, si susseguono entrate e uscite. Sono arrivati De Ceglie, Motta e Burdisso, hanno salutato Manfredini e Biondini, i prossimi con al valigia in mano sono Sampirisi e Bizzarri. Potrebbe ancora approdare a Pegli un attaccante esterno e chissà cos’altro succederà in questi ultimi giorni di trattativa. Il borsino è in attivo, chi è arrivato ha nome e blasone per rendere ancora più forte il Grifone, chi se n’andato ha lasciato un piccolo vuoto perché ha sempre dimostrato di avere a cuore le sorti del Genoa.
Ora però basta parlare di mercato. Guardiamo al campo perché in fin dei conti è da lì che arrivano le gioie più grandi. L’ultima è datata domenica 19 gennaio 2014 quando il tabù Inter è stato spazzato via dall’incornata di Antonelli. Un’impresa chiamata da Gasperini alla vigilia per far svoltare il Grifone. Una partita giocata sotto l’acqua, in un campo quasi impraticabile che ha reso tutto ancora più eroico. Che goduria dev’essere stata per il tecnico di Grugliasco e per tutti gli altri che dopo il 4-0 di Roma erano stati pizzicati da più di una critica.
Essersi rimessi in carreggiata consente di guardare la zona retrocessione dall’altro (nove punti) e quella europea dal basso (6 punti) con la consapevolezza che quest’ultima sarà irraggiungibile ma già evitare la prima con ampio anticipo rispetto al recente passato è un successo di inestimabile valore. Domenica si va Firenze. La storia racconta che dal suo ritorno in serie A il Grifone è sempre uscito dal Franchi a mani vuote o quasi. Nessuna vittoria, storia simile a quella vissuta per vent’anni contro l’Inter.
Un’impresa tira l’altra e la voglia di continuare a stupire è palpabile nel gruppo che ora appare qualitativamente superiore rispetto a quello che ha iniziato il campionato. Partite come queste, proibitive per carità, sono ormai l’unico obiettivo del Genoa. Perché la salvezza, a meno di clamorosi e difficilissimi suicidi sportivi, è un incubo lontano e togliersi delle soddisfazioni contro le grandi è l’unica motivazione stagionale. Per capire se è vero che un’impresa tira l’altra c’è il match di Firenze. Poi si inizierà a parlare di derby, perché il mercato è bello ma il campo è decisamente più emozionante.