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Genoamania: un Grifone sfacciatamente coraggioso
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Il Grifone sceso in campo all'Allianz è riuscito in un'impresa che mancava dai tempi di Gian Piero Gasperini. Non proprio un allenatore qualsiasi nella storia del club più antico d'Italia. Dopo essersela giocata alla pari in casa della capolista Inter, pur perdendo tutti sappiamo come, aver giocato a viso aperto contro il sorprendente Monza di Palladino, e aver strappato un pari che sta stretto sul campo dei campioni d'Italia del Napoli, ieri i rossoblù di Alberto Gilardino ha dato l'ennesima dimostrazione di ciò che deve fare questa squadra da qui alla fine della stagione.
Ormai virtualmente priva di obiettivi da raggiungere, il Genoa sembra aver capito qual è sarà il suo scopo prima che arrivi Il gong a interrompere l'ostilità del campionato: togliersi più soddisfazioni possibili. Una di queste è cercare di far risultato in casa delle grandi. E l'atteggiamento mostrato ieri dal Grifo fin dal primo minuto lo testimonia. Non si spiega altrimenti una squadra mandata in campo con due centravanti di ruolo, una mezza punta alle loro spalle come Gudmundsson e due ali come Spence e Messias, che non sono propriamente dei terzini. Un atteggiamento che ha costretto gli juventini sulla difensiva per quasi tutta la prima frazione di gioco. Soltanto dopo il riposo i ragazzi di Allegri si sono scossi e hanno provato a schiacciare il Genoa nella propria metà campo, non andando però al di là di due pali. Praticamente il minimo sindacale quando la seconda della classe gioca contro una neo promossa.
Con la salvezza ormai virtualmente raggiunta, al netto di tutti gli scongiuri possibili e immaginabili, e una zona Europa praticamente irraggiungibile, è questo il Genoa che vogliamo vedere da qui alla fine dell'anno. Un Genoa propositivo e sfacciato, in grado di giocarsela a viso aperto contro chiunque, infischiandosene del blasone e del nome di chi ha davanti. Per divertire se stesi e far divertire i genoani.