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    Genoamania: un Grifone irriconoscibile al cospetto del vecchio maestro

    Genoamania: un Grifone irriconoscibile al cospetto del vecchio maestro

    • Marco Tripodi

    Non è bastato un tempo all'allievo Ivan Juric per battere il maestro Gian Piero Gasperini. Non è bastato al Genoa giocare un buon secondo tempo per superare un'Atalanta che nei primi 45' aveva già virtualmente chiuso la gara.

    Al cospetto della squadra più in forma del momento, il Grifone ha disputato la peggior gara di questa prima parte di stagione. Almeno nel primo tempo. Distratto in difesa, abulico a centrocampo, praticamente inesistente in attacco.

     

    DIFESA - L'importanza di alcuni giocatori la si nota solo quando non ci sono. Oggi molti si saranno così accorti di quanto sia fondamentale Armando Izzo nei meccanismi difensivi rossoblu. L'assenza dello scugnizzo di Scampia, non a caso pedina insostituibile nello scacchiere di Juric, ha letteralmente lasciato in balia degli attaccanti nerazzurri la retroguardia genoana. Il tridente arretrato visto a Bergamo, nonostante fosse interamente argentino, in campo sembrava non parlasse la stessa lingua. Troppe incomprensioni, troppi svarioni, troppe distrazioni. Regali inaspettati per gli attaccanti atalantini che non si sono fatti pregare nello scartarli.

     

    CENTROCAMPO – Già da qualche giornata si era intravisto come diversi elementi della linea mediana rossoblù avessero bisogno di rifiatare. Su tutti i due sudamericani Laxalt e Rincon. Sempre impiegati finora e con sulle spalle già due trasvolate intercontinentali per adempiere agli impegni con le proprie nazionali, chiamati al terzo impegno in otto giorni entrambi sono apparsi in palese debito di ossigeno. Il vero problema, però, è la mancanza di alternative. Se sulla fascia opposta a quella di Laxalt Juric può contare sia su Edenilson che su Lazovic, sulla sinistra l'uruguiano sembra privo di sostituti all'altezza. Stesso discorso per Rincon. Il capitano del Venezuela, per il modo in cui interpreta la gara, è difficilmente surrogabile se non con soluzioni di ripiego dagli esiti impronosticabili.

     

    ATTACCO – Premesso che se davanti di palloni giocabili non ne arrivano è difficile creare pericoli, non si può non constatare come la scelta di schierare Pavoletti dal primo minuto non abbia pagato. E' vero che anche Simeone, dopo un mese a tutta birra, aveva bisogno di un po' di riposo. Ma affidarsi ad un giocatore reduce da un infortunio muscolare, e quindi a rischio ricaduta, che nelle ultime due partite aveva giocato (seppur benissimo) poco più di mezzora è apparso un azzardo eccessivo. Il segnale positivo, forse l'unico di questa partita, è però giunto proprio dall'attacco. La mossa della disperazione tentata da Juric, ossia affiancare Simeone a Pavoletti, non avrà dato frutti in termini di reti ma ha dimostrato che i due possono giocare benissimo assieme. Magari sostenuti alle spalle da quel Ninkovic il cui ingresso in campo ha permesso al Genoa di rendersi finalmente pericoloso e di andare vicinissimo alla rete che avrebbe riaperto una partita ormai chiaramente incanalata.

     

    GASPERSON - Ma se è giusto evidenziare gli errori dei rossoblù, mai come oggi è necessario sottolineare i meriti di un avversario che, nonostante gli ostacoli della sorte (due sostituzioni già nella prima mezzora) è sceso in campo sapendo esattamente cosa fare. 

    Gasperini ha dimostrato di conoscere il suo discepolo Juric molto più di quanto il croato conosca il tecnico piemontese. L'ex allenatore del Grifone non ha sbagliato una mossa, neanche quelle obbligate come le due sostituzioni in corso d'opera sullo 0-0. L'Atalanta, dopo un avvio di campionato stentato, ha finalmente appreso i dettami tattici del Gasp, cominciando a volare ed inanellando prestazioni sublimi. La vittoria di oggi è la naturale conseguenza della costante crescita dei bergamaschi, unica squadra capace di segnare tre reti a quella che fino a mezzogiorno era la miglior difesa della Serie A.

     

     


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