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Genoamania: un Grifone in versione Gattopardo
Per capovolgere il mondo Genoa il vate di Ravenna l'ha modificato il meno possibile rispetto al suo predecessore. A differenza di quanto si era ipotizzato in settimana il Ballardini-ter è infatti ripartito dalle ceneri lasciate da Ivan Juric decidendo di non stravolgere una squadra che comunque qualcosa di buono aveva dimostrato in questi primi due mesi di campionato. A cominciare dal modulo un 3-5-2 che sembrava lo specchio più fedele del credo tattico adottato dal tecnico dalmata. E poi gli uomini. Aldilà di Spolli, schierato titolare al posto di Rossettini, e del momentaneo accantonamento di Lapadula l'undici iniziale visto in Calabria ricalcava quasi per intero la formazione titolare adottata abitualmente da Juric.
Ballardini non è re Mida. L'avevo detto qualche giorno fa prima della partita di Crotone e lo ribadisco oggi dopo che il tecnico romagnolo è riuscito nell'impresa di espugnare l'Ezio Scida. Il fatto che il Genoa sia tornato a vincere una sfida contro una diretta concorrente all'indomani del cambio in panchina può sembrare frutto del caso ma non lo è. I meriti dell'allenatore ravennate sono evidenti e partono dal fatto di aver messo in campo una formazione quadrata e ordinata, in cui ognuno è chiamato principalmente a fare ciò che sa fare.
Ma la risalita verso zone meno accidentate è ancora all'inizio e la classifica è lì a testimoniarlo. Del resto anche Andrea Mandorlini lo scorso febbraio aveva iniziato collezionando 4 punti in due gare e poi sappiamo tutti come andò a finire. Ancora una volta spetterà dunque a Ballardini dimostrare che il suo Genoa è diverso da quello di chi lo ha preceduto.