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Genoamania: tutto riaperto. Ma quante recriminazioni...
Prevedibile perchè la qualità dei nerazzurri è talmente superiore che era difficile immaginare di poterla vanificare soltanto con le maggiori motivazioni cullate dai rossoblù. Non che non ci abbiamo provato i ragazzi di Nicola. Anzi. A guardare la partita il divario sancito dal triplice fischio appare totalmente bugiardo per quanto espresso dal campo. Alla fine il solco lo ha tracciato la classe di alcuni singoli, Lukaku su tutti. Gente in grado di sovvertire qualsiasi contromisura tattica. E qui si motiva la presenza del secondo aggettivo: ingiusto. E’ indubbio, infatti, che ieri sera il Grifone avrebbe meritato qualcosa in più. Quantomeno un punto, viste le occasioni capitate e sprecate malamente da Pinamonti e soci. Un punto che sarebbe stato oro zecchino per le velleità di salvezza genoane.
Ma il calcio, lo si dice tante volte, non è il pattinaggio artistico dove l’esibizione fornisce il verdetto. Nel gioco più bello del mondo conta soltanto buttare il pallone in fondo al sacco. E ieri il Genoa non ci è riuscito. Inutile recriminare. Così come è altrettanto inutile appellarsi alla decisioni di un arbitro che non ha avuto dubbi nell’assegnare un gol (quello del vantaggio) che in altre circostanze sarebbe stato annullato senza suscitare peraltro neppure troppe polemiche. E’ andata così. Resta la prestazione, sottolineata con orgoglio da Davide Nicola nel post-partita. E la sensazione, tra delusione e speranza, che giocando alla stessa maniera nelle gare precedenti ma soprattutto in quelle residue la salvezza non sarebbe, o non sarà, una chimera.
Il futuro del Grifone passerà da Reggio Emilia, casa Sassuolo, e dall’incrocio con il grande ex Ivan Juric, in arrivo a Marassi per la prima volta da avversario nel prossimo fine settimana. Ma anche da Bologna, dove questa sera bisognerà sperare che Palacio e compagni giochino un brutto scherzo all’indomito Lecce di Fabio Liverani.