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    Genoamania:| Eduardo, non sei solo

    Genoamania:| Eduardo, non sei solo

    • Matteo Oneto

    Chissà cosa è passato nella testa di Eduardo mentre il tiro di Muntari gli stava sfuggendo dalle mani per finire la propria corsa in rete. Qualcuno racconta che nel dopopartita non voleva darsi pace per quell'errore grossolano che ha compromesso la sfida contro l'Inter proprio davanti ai suoi nuovi tifosi. Per fronteggiare la 'solitudine del numero uno', tanto enfatizzata nella letteratura sportiva, sono arrivati attestati di stima uno dopo l'altro. Il primo, subito dopo la gara, del presidente Preziosi; in settimana sono stati i suoi compagni a difenderlo. Ranocchia, Kaladze e Dainelli sulle pagine dei giornali hanno espresso tutti lo stesso concetto: un errore può capitare, si rifarà.

    Ieri il giocatore non si è allenato, la società gli accordato un permesso bonus per stare un po' con la sua famiglia, un modo come un altro per staccare la spina e non pensare. Tutti con Eduardo quindi, anche se ora toccherà a lui meritarsi la stima incondizionata che l'ambiente rossoblù gli ha accordato. E dire che già nelle passate partite qualche avvisaglia era arrivata. Prima dell'Inter, contro il Catania, due tiri da molto lontano nei primi dieci minuti: in entrambi Eduardo si accascia a terra per parare, la sfera sembra in suo controllo ma non è così. In quei casi la fortuna lo aveva assistito, nel caso di Muntari si è fatta beffe di lui.


    Il portiere portoghese però ha fatto vedere anche buone cose: sempre con il Catania è stato lui a salvare il risultato con una grande uscita all'ultimo su Ricchiuti, che stava piazzando il colpo del pari. Contro l'Inter altra grande presa bassa su Eto'o. In sostanza, le qualità si sono fatte intravedere: l'avversità più grande sembra la testa, che non lo lascia giocare tranquillo. Per ovviare a questo problema il Genoa ha scelto la via della comprensione, alla faccia della 'solitudine del numero uno'.


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