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    Genoamania: nuovo Parma a chi?

    Genoamania: nuovo Parma a chi?

    • M.O.
    Domenica alle 15 il Genoa torna in campo per sfidare l’Atalanta, varrebbe l’Europa ma difficilmente la squadra di Gasperini anche riuscendo a conquistare l’obiettivo potrà solcare i palcoscenici continentali. La licenza Uefa non arriverà, lo ha detto anche il presidente Preziosi. Un ammissione arrivata serena e spontanea perché illudere i tifosi non serve a niente. E allora via con la lotta in campo sperando nel miracolo dei burocrati rossoblù.

    Il Genoa però non è il nuovo Parma come ha provato a far emergere chi lancia sempre la bomba in modo da poter dire “sono stato il primo a farlo notare”, magari senza sapere cosa sta succedendo a Villa Rostan. E poi se proprio vogliamo dirla tutta un certo tipo di affermazioni vengono dimenticate se il “nuovo caso Parma” non dovesse verificarsi.

    Perché il Genoa non sarà il nuovo Parma? Semplicemente perché i dirigenti rossoblù da tempo lavorano per alleggerire il debito della società. E se i tempi si rivelano troppo lunghi il Grifone ha le spalle coperte dal proprio presidente. Preziosi al contrario di Ghirardi continua e continuerà a investire nel Genoa. Lo dimostra il fatto che prima delle dichiarazioni sulla licenza Uefa ha versato un assegno da 25 milioni di euro nelle casse di Villa Rostan per ricapitalizzare.

    Non è stato un salvataggio, solamente è un immissione di denaro per rendere più agevole il lavoro di chi sta cercando di far quadrare i conti della società. Gli stessi che hanno iniziato da tempo un piano di riduzione del monte ingaggi. Il Grifone non paga alcun giocatore più di un milione all’anno, per non ripetere gli errori fatti con i vari Toni, Rafinha, Gilardino e Veloso. Questo progetto è stato preceduto da un abbattimento del numero totale dei giocatori (mai comunque si è arrivato alle condizioni folli di Parma). Per ultimo il lavoro sul settore giovanile: El Shaarawy, Sturaro, Perin, Mandragora sono solo quattro giocatori che testimoniano come il vivaio rossoblù vince e prepara i giovani a sfondare nel calcio che conta. Un fattore non secondario nella riduzione del debito perché i ragazzi promossi dalla Primavera hanno ingaggi sicuramente più bassi rispetto a molti altri calciatori e poi in caso di cessione rappresentano plusvalenze da mettere a bilancio e in parte da reinvestire nel mercato. Il nuovo Parma non sarà il Genoa, con buona pace dei gufi pronti a sparare le proprie bombe senza sapere che c’è chi lavora per costruire e non per distruggere.

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