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    Genoamania: ma quale bandiera, Perin merita di andare via

    Genoamania: ma quale bandiera, Perin merita di andare via

    • Marco Tripodi

    In giorni agitati dall'attesa per conoscere il nome del nuovo azionista di maggioranza, il popolo del Genoa può trovare qualche certezza per l'immediato avvenire nelle parole del suo capitano

     

    Qualche giorno fa, per l'ennesima volta, Mattia Perin ha infatti declamato pubblicamente il suo amore per i colori rossoblù. Come già gli era accaduto in più occasioni in passato, l'Airone di Latina non solo ha ribadito la sua intenzione di non separarsi dalla squadra che l'ha accolto e cresciuto quando era solo un pulcino, ma ha anche replicato il suo desiderio di diventare una bandiera del club più antico d'Italia.

     

    SCELTA DISCUTIBILE - Una dichiarazione d'amore e di riconoscenza eterna che personalmente da tifoso non può che rendermi felice ma che da sportivo mi lascia andare a qualche considerazione non altrettanto accondiscendente.

    Al netto dei molti e gravi infortuni patiti nel corso della sua ancor breve carriera, Perin ha negli anni dimostrato di essere degno erede di quella grande scuola italiana che nella storia del nostro calcio ci ha sempre regalato grandi portieri.

    Tra i molti colleghi designati a raccogliere il testimone dell'immenso Buffon, l'estremo difensore pontino, ormai giunto alla soglia della maturità calcistica, è l'unico fino ad oggi a non essere rimasto schiacciato da questa pesante etichetta.

     

    Perin è insomma un'eccellenza del nostro calcio, ecco perchè a mio parere sarebbe ingiusto prima di tutto per lui restare ancorato ad una società che non potrà garantirgli quei successi che uno della sua classe meriterebbe. Aldilà dell'ormai imminente cambio di proprietà del Grifone, appare onestamente poco probabile vedere nei prossimi anni un Genoa in grado di strappare coppe e scudetti alle maggiori società italiane. Ovviamente mi auguro di essere smentito dai fatti, ma pensare ad un club che a prescindere dal futuro proprietario da qui a cinque anni possa fare incetta di trofei mi pare una previsione quantomeno troppa ottimistica.

     

    QUALI GIOIE? - La conseguenza per Perin sarebbe quella di pagare la propria riconoscenza ed il proprio amore con una bacheca vuota. Un'eterna condanna ad un limbo privo di successi.

    Può bastare l'affetto e l'incancellabile riconoscenza di un popolo a surrogare la gloria di alzare al cielo coppe e campionati? A seguire le carriere di molti colleghi di Perin sembrerebbe proprio di no.

    E non è una questione puramente economica. Chi fa sport desidera prima di tutto vincere. Anche se poi, come insegna la storia di Francesco Totti, a volte anche un singolo trofeo, vinto con i colori che si hanno tatuati sul cuore, può valere l'imperitura memoria.

     

    Ma l'eccezionalità del Pupone è qualcosa di unico e difficilmente ripetibile. Ecco perchè per il suo bene, forse sarebbe meglio se l'Airone volasse lontano dal Grifone.

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