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    Genoamania: le lacrime di Juric sono il gesto di un uomo vero abbandonato da tutti

    Genoamania: le lacrime di Juric sono il gesto di un uomo vero abbandonato da tutti

    • Marco Tripodi

    Raramente, per non dire mai, in tanti anni di calcio mi era capitato di vedere un allenatore congedarsi dalla sala stampa con gli occhi visibilmente colmi di lacrime.

    Ma la reazione emotiva mostrata da Ivan Juric al termine di Genoa-Chievo è qualcosa di più di un gesto anomalo ed insolito. Le iridi inumidite del tecnico croato sono lo specchio di un uomo che aldilà delle apparenze da duro nasconde un animo profondo, innamorato dei colori rossoblu ma impotente di fronte alla risposta spiazzante che sta ricevendo dai suoi ragazzi e da gran parte dell'ambiente che lo circonda.

     

    SOLO CONTRO TUTTI - Quelle lacrime appena accennate sono infatti il palesamento della solitudine di un allenatore abbandonato da tutti: squadra, società e anche da una parte del pubblico, come quella porzione di Gradinata che non ha trovato di meglio da fare che mettersi a lanciare fumogeni e petardi contro gli avversari nel mezzo di una gara fino a quel momento controllata e gestita dal Grifone. Un gesto inspiegabile e scellerato, stigmatizzato dal resto dello stadio oltre che dallo stesso Juric, la cui unica conseguenza è stata quella di svegliare una squadra, quella clivense, assopita e senza nulla da chiedere alla gara e al campionato.

     

    AMBIENTE MALATO - Per carità, non è certo colpa dei tifosi se il Chievo ha espugnato Marassi in rimonta. Però è indubbio che provando ad immedesimarsi nel tecnico rossoblu non si possa che condividerne lo sconforto. Quando anche i tifosi ti remano contro invece di starti vicino, quando la società dopo averti smantellato la rosa non fa nulla per tutelarti, quando i giocatori sembrano essere capitati in campo quasi per caso, la reazione minima è abbandonarsi alla commozione.

    LA LOTTA CONTINUA - Guai tuttavia a scambiare l'atto di Juric per una confessione di resa. Pur essendo il meno responsabile di uno stato di coma profondo che dura da troppo, il pirata dalmata non ha alcuna intenzione di barricarsi dietro ad alibi e scusanti che pure non gli mancano. Lui ci mette grinta, sudore e se è il caso, come è successo oggi, anche le lacrime. Ed è l'unico rossoblu a farlo. L'impressione è che se potesse si toglierebbe la tuta per scendere lui stesso in campo a suonare la carica e provare a spezzare la collezione di figuracce che il Grifone continua a mettere in fila.

     

    Juric è un grande professionista, ma è anche un uomo vero, di cultura e sentimenti reali. Uno che soffre in maniera quasi fisica lo stato di confusione in cui è sprofondato il Genoa. E ci proverà fino all'ultimo a salvare questa dannata stagione. A costo di affondare da solo assieme al suo vascello.


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