Genoamania: le invenzioni di Gasperini
Il Genoa vola, vince tre partite di fila e per la prima volta da due anni a questa parte allontana in maniera quasi definitiva l’incubo della retrocessione. Il segreto della rinascita ha un nome e un cognome: Gian Piero Gapserini. Il tecnico di Grugliasco allontana i sogni, tiene i piedi per terra ma sa di aver già dato tantissimo al Grifone: un’anima, un gioco, delle idee, tutto quello che a questa squadra mancava da troppo tempo. Nel primo tempo contro il Verona si è rivista una macchina perfetta capace di segnare, non subire e far divertire molto simile a quella apprezzata nella prima avventura in rossoblù dell’allenatore.
Gasperini ha cambiato il Genoa trasformandosi in inventore. Due le mosse che hanno segnato la svolta: Antonini difensore centrale e Kucka falso attaccante. Il primo dopo una vita passata a correre sulle fasce dei più importanti stati italiani ed europei è diventato il punto forte della difesa a tre che era costata al Gasp l’incarico all’Inter. L’ex Milan ha avuto il merito di adattarsi, di passare sopra all’errore di Catania continuando a lavorare per calarsi al meglio in dei panni che sembravano non poter essere suoi. Il resto lo ha fatto Gasperini pizzandogli davanti Vrsaljko, motorino laterale che sembra essere ovunque concedendo all’ex Milan gli spazi per continuare a galoppare sulla fascia quando il fisico glielo permette.
Il caso Kucka è ancora più eclatante. Lo slovacco sembrava essersi perso nel ginepraio di allenatori che continuavano a chiedergli tutto, anche quello che non sapeva evidentemente fare. Gasperini lo ha rilanciato in posizione offensiva lasciandogli la libertà di attaccare gli spazi con la sua prorompente fisicità. Due gol in due partite e l’etichetta di Hamsik rossoblù più che meritata. Due esempi per capire quanto Gasperini abbia influito sulla squadra, dandogli tranquillità, assecondando il talento e soprattutto capendo che la qualità c’era ma doveva essere messa al servizio di un’idea. Complimenti Gasp, bentornato a casa, di lavoro ce n’è ancora tanto da fare ma vedere la zona retrocessione così lontana sembra già un sogno.