Getty Images
Genoamania: l'involuzione del Grifone
La parentesi iniziata due settimane fa in casa del Chievo, proseguita domenica scorsa col Frosinone e terminata ieri a Parma sembrava adatta per consentire ai ragazzi di Prandelli di spiccare il volo verso la parte sinistra della classifica e magari mettersi alle calcagna della Sampdoria. Due modi per dare un senso ad un finale di stagione che si preannuncia anonimo ed insipido, anche alla luce di una salvezza ormai soltanto da certificare.
I due mezzi passi falsi contro le maglie nere della classifica e la battuta d'arresto con i ducali con ogni probabilità non comprometteranno la permanenza in A dei rossoblù ma di certo ne frustrano le velleità di fare quel salto di qualità che tutti si aspettavano. Due punti e zero gol, al cospetto di tre avversari assolutamente abbordabili, sono un bottino troppo magro per non lasciare delusi. Anche perché a questi modesti risultati si è giunti attraverso un gioco che continua a latitare.
Ad oltre 3 mesi dal suo sbarco a Pegli Prandelli non è ancora riuscito a dare al suo Genoa un'identità precisa, tantomeno quell'aspetto spumeggiante che sembrava lecito attendersi. Se queste ultime tre partite potevano essere una palestra importante per sondare i progressi della squadra, il loro esito ha detto che il Genoa è in lenta ma inesorabile involuzione: non segna, non diverte, non vince. Un segnale preoccupante in vista dell'ultima parte di stagione. Soprattutto alla luce di un calendario che si preannuncia in salita.