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  • Genoamania: il miglior mercato di sempre

    Genoamania: il miglior mercato di sempre

    • Marco Tripodi
    Dare i voti al mercato è una pratica che non mi è mai piaciuta. Primo perché la ritengo una cosa inutile e del tutto fine a se stessa; secondo perché a dare un vero giudizio, l'unico che in fondo conta realmente, ci penserà come sempre il campo. Siccome però la professione ci impone di farlo, non possiamo certo esimerci dall'esprimere un parere sulla sessione di trattative appena andata in archivio. E dovendolo per semplicità di sintesi riassumerlo in un voto quello che do al Genoa è un 8 pieno.

    VOLTI NUOVI - Raramente (almeno in tempi più o meno recenti) si era visto infatti un mercato così positivo e sensato nel club più antico d'Italia. Un mercato che ha visto arrivare in rossoblù diversi colpi da novanta, primo fra tutti il centravanti della nazionale italiana Mateo Retegui, prelevato dal Boca Juniors per la non indifferente cifra di 15 milioni di euro. Colui che tutti volevano ma che nessuno è riuscire a prendere. Genoa a parte. Il primo impatto del Chapita (o del Tigre, come lui preferisce) è stato devastante: tre partite, tre gol. Se son rose si vedranno in primavera. Intanto i primi fiori sono già sbocciati. A tenergli compagnia sull'ipotetico podio degli acquisti più importanti salgono Junior Messias e Ruslan Malinovskyi, giunti rispettivamente da Milan e Olympique Marsiglia per fare decollare le ali del Grifone. Ottimi anche gli arrivi a centrocampo dell'ex sampdoriano Morten Thorsby, del turco Berkan Kutlu, arrivato l'altroieri dal Galatasaray, e del cavallo di ritorno Ridgeciano Haps. Completano il lotto dei volti nuovi lo svincolato spagnolo Aaron Martìn, il giovane difensore belga cresciuto nel vivaio della Juventus Koni De Winter e i due portieri Nicola Leali e Daniele Sommariva. Innesti d'esperienza ma al tempo stesso quasi sempre anche di prospettiva. Base ottime per gettare le fondamenta del Genoa del futuro oltre che del presente.

    ADDII - Se in entrata si è lavorato bene, ancor meglio probabilmente si è fatto in uscita. Per la prima volta da decenni i tifosi del Genoa non hanno dovuto metabolizzare alcuna partenza illustre. A parte le palpitazioni suscitate dagli addii degli ex capitani Mimmo Criscito e Stefano Sturaro, giunti per motivi diversi a fine corsa, almeno in rossoblù, l'unica cessione rumorosa è stata quella del 19enne Luca Lipani, da molti malvista più per motivi sentimentali che tattici. D'altronde rinunciare a 10 milioni di euro per un ragazzo sicuramente promettente ma che fin qui ha disputato appena una manciata di minuti in Serie B sarebbe stato una follia. Specie in un calcio dove denari ne girano sempre meno. I veri capolavori sono stati compiuti però nell'opera di sfoltimento di una rosa come da tradizione extralarge. A parte un paio di elementi (che comunque potrebbero accasarsi nei prossimi giorni in qualche campionato il cui mercato è ancora aperto) tutti gli esuberi sono stati ceduti. Alcuni anche riuscendo a monetizzare. E non è una cosa da poco.

    LACUNE - Il mercato del Grifone è stato dunque importante e per certi versi inaspettato, segno tangibile delle reali ambizioni di una proprietà intenzionata a mantenere le promesse fatte in passato. Un mercato andato ben oltre le più rosee aspettative del più ottimista dei tifosi. A voler essere pignoli, tuttavia, non si può nascondere che al puzzle rossoblù manchi qualche tassello. Primo fra tutti un vice Retegui. Non aver fornito alternative a un ragazzo che, per quanto abbia iniziato alla grande, è pur sempre alla sua prima esperienza in Europa e che da gennaio a oggi non mai riposato rischia di essere un pericolo mal calcolato. Non resta che pregare la Madonna della Guardia e fare una bella scorta di aspirine e sciarpe in vista dell'inverno. Le buone abitudini con cui la 777 ha viziato i tifosi lasciavano poi intendere che anche in difesa sarebbe potuto arrivare un colpo ad effetto. Il classico trascinatore in grado di prendere per mano i compagni meno esperti e scortarli nei mari tempestosi della Serie A. Un obiettivo effettivamente seguito ma non concretizzatosi. E' pur vero che il rischio di portare a Pegli ingombranti figurine era molto alto e forse si è prudentemente preferito non correrlo.

    Anche senza queste cesellature la sessione estiva del Genoa resta come detto una delle più rilevanti di sempre. L'obiettivo di trasformare un organico ottimo per la Serie B in un gruppo in grado di dire la sua anche in A è stato centrato. Ora toccherà a mister Gilardino confermare questa sensazione. E al campo, come sempre, dare il suo inappellabile giudizio.

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