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Genoamania: il Grifone è maturato. Ora anche il primato non è un'utopia
DOPPIA CORSA - Con una marcia da altissimi giri innestata nelle ultime settimane, il Grifone è riuscito nella duplice impresa di avvicinarsi alla sorprendente capolista Frosinone e al tempo stesso di staccare Sudtirol e Bari, residue inseguitrici nella corsa alla promozione diretta. Tanto che il gap che separa ora i rossoblù dalla vetta è praticamente identico a quello che vanta su chi gli sta alle spalle. E se fino a poche giornate fa la conquista del primato sembrava una chimera, ora l’impresa non appare più così irrealizzabile, soprattutto considerando che c’è ancora uno scontro diretto da disputare, seppur in terra ciociara e alla penultima di campionato quando i giochi potrebbero essere già chiusi.
CIFRE DA RECORD - Ma aldilà del comunque prestigioso primo posto, ciò che conta oggi per il Genoa è il riuscire a consolidare una seconda piazza che a conti fatti vale esattamente quanto la prima. Missione in pieno svolgimento che Bani e compagni stanno provando a portare a compimento grazie ad una difesa diventata un bunker inespugnato nelle ultime cinque gare e ad un attacco che, nello stesso arco di tempo, marcia alla media di oltre due reti a partita. Numeri impressionanti, specialmente se paragonati non soltanto con quelli di inizio stagione ma anche del primo periodo dell’era Gilardino. Se la tenuta difensiva è stata fin dalle primissime uscite la prerogativa principale dell’undici allenato dal tecnico biellese, soltanto nell’ultimo mese e mezzo il Grifone ha scoperto un reparto avanzato all’altezza di quello arretrato. Come ogni bravo muratore che si rispetti, l’ex centravanti azzurro ha cominciato a restaurare la malconcia casa rossoblù potenziandone le fondamenta per poi passare, solo in secondo momento, a concentrarsi sul resto dell’edificio.
CHIAVE DI VOLTA - La svolta è avvenuta in Emilia e più precisamente in quella Parma che da calciatore aveva tenuto a battesimo il futuro campione del mondo. Il 2-0 incassato al Tardini lo scorso 5 febbraio non rappresenta solo l’unico ko fin qui subito dai rossoblù con Gilardino in panchina. Esso delinea in qualche modo anche l’inizio di una nuova fase per il Genoa. Se prima dello scontro con i gialloblù i liguri faticavano a inquadrare la porta avversaria (come testimoniano in maniera evidente gli zero tiri parati da Buffon in tale occasione), già dalla successiva gara con il Palermo qualcosa è cambiato. Non tanto a livello tattico, anche se il 4-3-2-1 adottato inizialmente dal Gila è stato accantonato in favore dell’ormai consolidato 3-5-2, quanto a livello mentale. I rossoblù, che già disponevano di una difesa d’acciaio, hanno capito che per scattare in avanti bisognava pretendere qualcosa di più dall’attacco. E così hanno fatto. I risultati sono ora sotto gli occhi di tutti. Quella squadra imperforabile dietro ma impacciata davanti come un ragazzino alla prima cotta adolescenziale si è tolta qualsiasi timidezza, passando decisamente al contrattacco. Oggi il Genoa gioca sciolto, sicuro che fargli gol è un’impresa per chiunque ma anche che prima o poi la via per la porta avversaria non solo la troverà ma quasi certamente la ritroverà più volte nell’arco della stessa partita.
Il Grifone, insomma, vola come tutti si aspettavano facesse fin dall’inizio della stagione. Ma l’apprendistato in cadetteria non è mai semplice né breve. Come ben sanno altre gloriose piazze di Serie B. Ora però che la maturazione è giunta a compimento il Genoa vuol provare a volare lassù dove per il momento osa solo il Frosinone ma che domani, chissà, potrebbe far posto agli artigli dorati del club più antico d'Italia.