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    Genoamania: il calcio e quelli che ben pensano

    Genoamania: il calcio e quelli che ben pensano

    • Marco Tripodi
    Tutto come previsto. L’evitabile intermezzo che ha preceduto il derby della Lanterna di mercoledì sera viene archiviato senza sorprese. L’Inter fa il suo dovere rifilando tre pappine al Genoa-bis. I rossoblù, dal canto loro, fanno altrettanto affrontando il proibitivo impegno di San Siro come una sgambata domenicale e risparmiando energie fisiche e mentali in vista di impegni per loro ben più importanti e alla portata.
     
    Un atteggiamento logico, calcolato, da parte di chi sa di avere in ogni modo pochissime possibilità di uscire indenne dalla tana di una capolista lanciata come un treno verso un Tricolore che solo lei può ormai lasciarsi sfuggire. Un comportamento che tuttavia non tutti hanno accolto nel migliore dei modi.
     
    Molti sono gli strali che si sono levati al cielo da parte di chi lamenta una scarsa sportività da parte del Grifone, sceso in campo a loro dire non per dare il massimo di sé ma soltanto per onor di firma. Tifosi inferociti che urlano allo scandalo, come se la loro squadra, qualunque essa sia, fosse immune da peccati del genere. Come se chi pratica e segue il calcio non sapesse che esso non è più uno sport ormai da diverso tempo. E la controprova è visibile decine di volte in ogni gara, a qualsiasi livello. Caso mai può essere considerato un gioco e come tale, che piaccia o meno, ognuno è libero di fare i propri conti pur di ottenere lo scopo che si è prefissato. Un po’ come agli scacchi quando si sacrifica volontariamente la regina pur di salvare il proprio re.
    E Ballardini ieri ha fatto proprio questo. Ha preferito rinunciare alla pia illusione di strappare un punticino al Meazza piuttosto che compromettere la speranza di ottenere l’intera posta in palio mercoledì al Ferraris. Ciò ovviamente non significa che l’equazione studiata dal tecnico romagnolo dia necessariamente il risultato sperato. Però, se non altro, non ne abbassa le possibilità.
     
    Certo, perdere non fa mai piacere. Ma se ciò accade tanto vale evitare di aggiungere il danno alla beffa, proiettandosi verso la prossima gara senza rimuginare su quella precedente. Non sarà il massimo per un tifoso, tuttavia questo è il calcio. E nessuno è obbligato a seguirlo. Soprattutto i benpensanti.
     

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