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Genoamania: Gudmundsson alla Fiorentina? Impossibile, ecco perché
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OFFERTA BASSA - La trattativa che da due giorni sta riempiendo pagine di giornali e di siti specializzati ha infatti almeno tre semplicissimi motivi che ne giustificano l'irrealizzabilità. Il primo sono le cifre. A quanto pare i viola, dopo aver visto respinta una prima offerta da 20 milioni di euro, sarebbero disposti a salire almeno fino a 25. Somma comunque non sufficiente a convincere il Grifone. I rossoblù, forti dei tanti sondaggi arrivati nei mesi scorsi per il giocatore dall'Italia e dall'estero, stimano il valore dell'islandese più alto almeno del 50% e sono convinti che, se il suo rendimento dovesse mantenersi costante anche nella seconda parte di stagione, a giugno a Pegli ci sarà la fila di pretendenti pronte a portare le cifre al rialzo.
NESSUNA CONVENIENZA - A suffragare la tesi di chi vorrebbe un Gudmundsson pronto a trasferirsi in viola ci sarebbe poi l'acquisto, non ancora ufficializzato ma ormai imminente, da parte del Genoa del portoghese Vitinha. Secondo molti l'arrivo del quasi ex Olympique Marsiglia sarebbe il preludio proprio alla cessione del 26enne nordico. Una visione che non tiene conto di almeno due aspetti. La prima riguarda le caratteristiche tecniche e tattiche profondamente diverse dei due giocatori, che non sono affatto dei pari ruolo. La seconda, decisamente lapalissiana, è invece meramente economica. In caso di riscatto, il Genoa andrà a pagare il cartellino di Vitinha 25 milioni. Euro più, euro meno, la stessa cifra intascata dall'eventuale cessione di Albert. Per quale motivo il Grifone dovrebbe privarsi del suo uomo migliore per una cifra da reinvestire completamente nel suo sostituto? Dove starebbe il vantaggio di un'operazione simile?
AMBIENTE CALDO - C'è infine una terza ragione per cui questo matrimonio non sa da fare. Soltanto venti giorni fa i rossoblù hanno salutato Radu Dragusin. L'uomo migliore nel girone d'andata dei rossoblù proprio assieme a Gudmundsson. Una perdita pesante che ha suscitato malumori e cattivi pensieri sia in Gilardino che tra i tifosi. Ma se la cessione del rumeno si sta piano piano metabolizzando, difficilmente si riuscirebbe a fare altrettanto per legittimare la partenza di un altro pezzo da 90 nella medesima sessione di mercato. Soprattutto per una dirigenza che sull'entusiasmo della piazza sta puntando fortissimo, come testimoniano gli oltre trentamila spettatori che ogni domenica affollano gli spalti del Ferraris o le tante iniziative di marketing varate di recente. Modi per mettersi alle spalle i dolorosi ricordi della vecchia gestione. Eppure vendere Dragusin e Gudmundsson nel giro di tre settimane verrebbe visto dalla piazza come un'operazione alla Preziosi. Una gestione con cui la 777 Partners, per vari motivi, non vuole avere nulla a che fare.