Genoamania:| E il gioco dov'è?
Bello e riconoscibile anche a chi non sempre segue le sue partite. Così Gigi De Canio aveva voluto descrivere il suo Genoa nel momento della presentazione. Così però non è, almeno per ora. I meriti del mister rossoblù sono tanti: prima di tutto ha riportato il Grifone in una zona tranquilla di classifica dopo la pessima annata appena passata, e poi aver dato un'identità caratteriale alla squadra. Ora Frey e compagni non cedono alla pressione, e soprattutto non si abbattono ad ogni singolo errore. Qualcosa però, a questo Genoa, manca.
De Canio non è ancora riuscito a decidere che tipo di formazione schierare. Si passa dal 3-5-2 al 4-3-1-2 con qualche intermezzo di 4-4-2, parlando di numeri, e in generale sembra che l'idea tattica costruita del mister sia molto confusa. In estate il lavoro era stato impostato sul 4-3-3, modulo visto solamente in Coppa Italia contro il Verona, quando Borriello ancora non c'era. E' stato proprio l'acquisto del bomber di ritorno a convincere De Canio a cambiare. Il problema è che ora non si capisce più quale sia il vero Genoa. La squadra è tosta, ma gioca pochissimo a calcio. A testimoniare questi due fatti ci sono le partite fino ad ora affrontate.
Contro Lazio e Juventus, squadra che ti attaccano, il Grifone è stato super, vincendo a Roma e perdendo solo per un black out finale contro i campioni d'Italia in carica. I problemi sorgono quando si gioca in casa con squadre che non devono imporre il proprio gioco. Contro Parma e Palermo i rossoblù hanno sofferto soprattutto quando la palla era nei piedi dei centrocampisti o dei difensori, spaesati nel cercare il modo di arrivare in porta. I quindici giorni di sosta dovranno servire a De Canio a fare mente locale e decidere come mettere in campo il Genoa. Una squadra riconoscibile e magari anche bella: proprio come era stato promesso in estate.