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    Genoamania: con il Milan al lunedì pomeriggio. Soluzione ideale per i parrucchieri

    Genoamania: con il Milan al lunedì pomeriggio. Soluzione ideale per i parrucchieri

    • Marco Tripodi
    C'è poco da fare. Comunque la si guardi la decisione di anticipare il fischio d'inizio di Genoa-Milan alle 15 del lunedì non sembra trovare giustificazioni valide.

    La scelta operata dall'osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive di collocare una sfida di Serie A nel bel mezzo di un pomeriggio lavorativo sta, com'era prevedibile, sollevando un mare di polemiche. Ed altrettante ne solleverà nei 10 giorni che ci separano dalla gara. Perché se c'era una decisione in grado di scontentare praticamente tutti era proprio quella che è stata presa ieri.

    Ma come sempre più spesso accade i più penalizzati in assoluto sono ancora una volta i tifosi, ossia coloro che permettono al pallone di continuare a rimbalzare. E non solo i tifosi da stadio, che molto probabilmente rimarrà più vuoto di quanto non lo sia solitamente, ma anche quelli da salotto che difficilmente si assenteranno dal lavoro per mettersi davanti ad uno schermo.

    Probabilmente chi ha preso questa decisione è convinto che la maggioranza dei sostenitori rossoblù e rossoneri vivano in Asia oppure facciano i parrucchieri. Solo in questo modo si può spiegare una scelta totalmente illogica. Altri motivi più validi francamente si fa fatica a trovarli.  Chi dice che la gara in notturna possa rappresentare un terreno fertile per le violenze dei tifosi, ricordando i drammatici precedenti tra le due fazioni, forse non sa che dal 2011 ad oggi, ossia da quando è stato tolto il divieto di trasferta in occasione degli incroci tra Grifone e Diavolo non è mai successo nulla. Neppure quando la gara, ed è storia di 3 mesi fa, si è giocata di notte.

    Qualcuno da ieri fa giustamente notare come la morte di Vincenzo Spagnolo nel '95 capitò proprio nel primo pomeriggio, sottolineando come non basti certo la luce del giorno a fermare l'idiozia di certi delinquenti. Ma più di recente anche l'omicidio del napoletano Ciro Esposito, ammazzato a Roma nel 2014, avvenne prima del tramonto.

    Insomma, la decisione dell'osservatorio più che una soluzione appare come un'alzata di mani da parte dello Stato di fronte ad un problema che si fa fatica a contenere. Se l'intento  è quello di togliere i tifosi dallo stadio  per risolvere la questione violenza la strada intrapresa appare quella sbagliata. Sarebbe un po' come tamponare l'emergenza incendi disboscando preventivamente tutte le foreste.

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