Genoamania: comunque vada sarà polemica
La peggior settimana della storia recente del Genoa sta per concludersi. Ma chi crede che non essa cesseranno anche le polemiche che l'hanno contraddistinta si sbaglia di grosso.
Qualsiasi risultato scaturirà dalla gara di domenica contro il Bologna, infatti, c'è da aspettarsi un'ulteriore coda di proteste e diti puntati in casa rossoblù.
CHE SI VINCA... - Dopo la disfatta di Pescara è lecito attendersi una pronta ed immediata reazione da parte di una squadra che ormai da due mesi abbondanti colleziona solo delusioni e figuracce. Tuttavia, per quanto auspicabile, soprattutto per non compromettere realmente una classifica già pessima di per sé, anche un successo contro i felsinei non farebbe altro che gettare nuova benzina su un incendio difficilmente domabile. A trovare nuovo vigore sarebbero innanzitutto i non pochi genoani a cui l'atteggiamento mostrato all'Adriatico da Burdisso e compagni non è piaciuto per niente. Più che una riscossa del gruppo, una vittoria contro la truppa dell'ex Donadoni apparirebbe agli occhi di molti come la riprova che non tutti a Pescara sono scesi in campo per dare il 100%. Un modo inequivocabile per costringere Preziosi a cacciare un ormai indesiderato Ivan Juric.
...O CHE SI PERDA - Viceversa un nuovo passo falso darebbe ragione a chi ritiene che la responsabilità di questa situazione non possa essere imputata esclusivamente all'allenatore croato, come invece è stato fatto. E non sono pochi quelli che ritengono che le colpe della crisi d'identità rossoblu siano da attribuire prima di tutto ai dirigenti ed in seconda battuta ai giocatori, non a caso i veri destinatari delle contestazioni di questi giorni.
La curiosità, caso mai, è capire cosa succederà in caso di pareggio, magari uno scialbo 0-0 che tutto sommato andrebbe bene ad entrambe le contendenti. Non dimentichiamoci, infatti, che se a Genova si piange non è che a Bologna ci si stia sbellicando dalle risate. Tutt'altro. I rossoblu emiliani sono assieme al Grifone la squadra più in crisi del momento e per loro il ritorno ai tre punti sarebbe vitale, dopo i clamorosi scivoloni delle ultime settimane. Oltretutto non sarebbe neanche la prima volta, in questa stagione, che il Genoa si traveste da crocerossina rianimando squadre dall'elettrocardiogramma piatto.
IL TERZO INCOMODO – In mezzo a tutto questo c'è poi la posizione dell'ultimo arrivato, colui al quale è stato affidato il ruolo di risolvere l'intricata matassa, Andrea Mandorlini. Un demiurgo di sicura esperienza e valore ma probabilmente, alla luce dell'idiosincrasia nutrita a torto o ragione nei suoi confronti dal popolo rossoblu, forse la persona meno adatta per riaccendere il fuoco della passione genoana. Chiariamoci, in discussione non ci sono le qualità umane o professionali di Mandorlini, né, almeno a parer mio, i trascorsi di chi comunque ha semplicemente svolto il proprio ruolo. Il vero dubbio riguarda invece la scelta operata dalla società di affidare ad uno degli allenatori più malvisti dalla piazza il compito di uscire da questo clima di perenne contrasto tra tifoseria e presidenza. Possibile che in giro per lo Stivale non ci fosse nessun altro tecnico affidabile disposto a prendere in mano le redini del Grifone?
Da questo punto di vista, ancora una volta, la dirigenza non ha fatto nulla per venire incontro al sentimento di una piazza che troppo spesso si sente tradita da chi invece dovrebbe rappresentarla e farla sognare.