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    Genoamania: col braccino del tennista

    Genoamania: col braccino del tennista

    • Marco Tripodi
    Come un maratoneta lanciato verso il traguardo al termine di una lunga rincorsa, il Genoa scivola sul più bello. Dopo mesi trascorsi in apnea, con il fiato rotto dalla paura, i rossoblù sciupano l'occasione per tornare finalmente sopra la linea di galleggiamento a riassaporare il dolce gusto dell'ossigeno.

    OCCASIONE BUTTATA - Le premesse che hanno anticipato la gara del Bentegodi erano le migliori possibili per il Grifone. Nel weekend che aveva anticipato l'insolita trasferta del lunedì in terra veneta, nessuna delle dirette concorrenti, dalla Sampdoria in giù, era riuscita a muovere la propria classifica. Un'occasione ghiottissima per i rossoblù per fare un bel balzo verso il paradiso. E invece, come spesso accade nei momenti topici, anziché l'istinto del killer al Grifone è venuto il braccino del tennista. Contro l'Hellas il Genoa blessiniano ha giocato il suo peggior calcio da quando il profeta di Stoccarda ne ha preso in mano le redini.

    GIU' DI CORDA - Specialmente nel primo tempo i rossoblù hanno dato l'impressione di essere rimasti ancora sul pullman. Neppure lo schiaffo a freddo di uno dei tanti ex, il Cholito Simeone, ha saputo svegliare una squadra in preda ad un ingiustificato torpore primaverile. Neanche il commovente e trascinante entusiasmo dei tifosi, capaci di scortare i propri beniamini anche in un lunedì sera qualsiasi a quasi 400 km da casa, ha agito da propulsore aggiuntivo per il motore ingolfato dei rossoblù. Soltanto dopo l'intervallo, quando evidentemente gli strali di Blessin devono aver avuto il loro effetto, si è visto finalmente un Genoa più grintoso e propositivo. Non abbastanza comunque per raddrizzare la baracca e portare a casa almeno l'ennesimo pareggio che avrebbe mantenuto alta l'asticella dell'umore collettivo.

    RIALZARSI E CORRERE - E invece non resta che mangiarsi le mani fino ai gomiti. Se nella vita in generale ogni occasione lasciata è un'occasione persa, ora che il cronometro che segna il conto alla rovescia del campionato si è messo a correre i rimpianti si fanno ancora più grandi. Guai comunque a piangersi addosso. L'unica cosa che conta quando si cade è rialzarsi per ritornare a correre il prima possibile. In fondo la possibilità di raggiungere quel traguardo da ieri un po' più lontano non è ancora del tutto svanita. E con dei tifosi così tutto è possibile. Anche tornare finalmente a respirare aria pura dopo mesi di apnea.

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