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    Genoamania:| Campanelli d'allarme

    Genoamania:| Campanelli d'allarme

    Centoquattordici minuti di passione, poi il gol liberatorio di Pratto che firma la vittoria e il passaggio del turno. La Coppa Italia regala un'altra vittoria al Genoa, ma le buone notizie finiscono qui. Ancora una volta i rossoblù soffrono troppo e arrivano il successo al termine di una gara che per lunghi tratti li aveva visti soccombere. Immeritata contro il Bari, sudata e sofferta contro il Novara e fortunoso nel match contro la Roma, la vittoria in casa Genoa di questi tempi lascia sempre uno strano retrogusto amaro. Sorridere dopo queste partite si può e si deve, ma attenzione a non volare troppo alti, perché così non si va da nessuna parte. Il Genoa di Malesani non ha idee, è spesso troppo legato alle invenzione del singolo e ora inizia anche a sbandare in fase difensiva.

    Contro i galletti le reti subite sono state due e potevano essere di più visto che il migliore in campo alla fine dei conti è stato Lupatelli. A preoccupare però è soprattutto la totale mancanza di un'impronta di gioco. I rossoblù si muovono male e spesso in maniera confusionaria, le fasce spingono poco e in mezzo, tranne il solito Veloso, senza Jankovic e Jorquera manca qualità. La banda Malesani lotta e combatte sempre e comunque, ma appare spaesata quando è il momento di andare a fare male all'avversario. Ci si aggrappa quasi completamente alle invenzioni di Veloso e Palacio, che però difficilmente potranno poi essere incisivi contro squadre di livello superiore a Novara e Bari.

    Questo non perché non siano dei grandi fuoriclasse, ma perché per battere le 'grandi' ci vuole organizzazione, cosa che al momento il Genoa non ha. In questo momento e con questo tipo di gioco è verosimilmente inutile continuare a puntare su un centravanti di ruolo come Caracciolo o Pratto. La squadra non riesce ad aiutarli, e loro si perdono in un bicchier d'acqua. Il consiglio che mi sento di dare a Malesani è quello di puntare tutto sulla qualità. Se il gioco latita, allora in campo deve andare chi la luce la può accendere con un tocco di palla, un passaggio o un dribbling. Impossibile tenere fuori da questa squadra gente come Jankovic e Jorquera, gli unici insieme a Veloso e Palacio capaci di 'spaccare' le partite. La fortuna prima o poi passerà, ci vuole un piano B: qualità e fantasia al potere.

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