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  • Genoamania: cacciare Maran sarebbe un errore per cancellarne un altro

    Genoamania: cacciare Maran sarebbe un errore per cancellarne un altro

    • Marco Tripodi
    Alla fine, quasi certamente, pagherà sempre il solito. Cioè l’allenatore. Anche perché quella che altrove risulta essere un’abitudine consolidata, nella culla del calcio italiano assume i contorni di una pratica viziosa, che non si riesce proprio ad estirpare.
     
    Se esiste una certezza nell’instabile storia recente del Genoa è che nessuno sia destinato a far durare troppo a lungo la propria permanenza a Pegli. Accade per i calciatori, protagonisti ogni sei mesi di un andirivieni degno dei più frequentati alberghi ad ore, ma anche ai dirigenti, come evidenzia una volta di più il caso Faggiano. Ma ad essere particolarmente soggetti a questo tipo di trattamento sono soprattutto gli allenatori.
    Negli ultimi quattro anni, con la fine dell’era Gasperini, sono stati ben otto i tecnici diversi che si sono seduti sulla panchina più bollente d’Italia, senza considerare che Juric lo ha fatto in tre riprese differenti, aggravando ulteriormente un conteggio che presto potrebbe dover essere aggiornato.
    Eppure questo continuo cambiamento di vento non sembra aver portato mai alcun beneficio. Anzi la mancanza di una continuità anche e soprattutto tecnica è la prima spiegazione ai continui fallimenti di una squadra costretta a ricostruirsi ogni trimestre.
     
    Non so se alla fine Maran verrà davvero esonerato, oppure se, come sembra, gli verrà concessa un’ultimissima possibilità di redenzione. Ciò che so è che non si può pretendere di cambiare senza dare il tempo necessario a chi arriva di trasmettere i propri concetti al collettivo. Specialmente in una stagione assolutamente particolare come quella attuale, nata senza una vera e propria preparazione estiva e proseguita, nel caso del Genoa, sotto la sciagurata mannaia del Covid. Imprevisti prevedibili che dovevano essere presi in considerazione quando ad inizio agosto si è deciso senza troppi problemi di congedare chi aveva regalato al Grifone l’ennesima salvezza pseudo-miracolosa. Se c’era un momento sbagliato per cambiare allenatore era proprio quello. Eppure si è deciso di perseguire ugualmente quella via. Decisione legittima, sia chiaro, da parte di chi oltre a pagare di tasca propria tali scelte ha senz’altro una visione ben più chiara del sottoscritto e di chiunque nello spogliatoio rossoblù non sia di casa. Ma altrettanto legittimo è sottolineare l’evidenza di tali errori. Errori a cui ora si rischia di sommarne altri. Se si è deciso di puntare su un nuovo corso lo si faccia con decisione, senza mandare nuovamente il tavolo a gambe all’aria dopo appena due mesi di gare nella speranza di scovare l’ennesimo taumaturgo in grado di sanare un Grifone sempre più spelacchiato.
     
    Maran avrà fatto i suoi errori. Ma non è l’unico ad averli commessi. E farli pagare soltanto a lui, oltre che ingiusto, rischia di essere anche inutile. Perché se chiamare un nuovo tecnico ad inizio stagione è stato uno sbaglio, mandarlo via ora sarebbe anche peggio. 
     

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