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    Genoamania, Blessin ha blindato la porta. Ora deve scardinare quella avversaria

    Genoamania, Blessin ha blindato la porta. Ora deve scardinare quella avversaria

    • Marco Tripodi
    Se è vero che una rondine non fa primavera, le cose non cambiano di molto se si raddoppia il numero dei volatili. Eppure dalle prime uscite del nuovo Genoa targato Alexander Blessin, contro Udinese e Roma, qualche indicazione importante la si può già ottenere.

    È infatti impossibile non notare come con il tecnico tedesco al suo timone il Grifone sia riuscito a mantenere inviolata la propria porta per 180 minuti consecutivi. Cosa inedita in questa stagione che assume ancora più rilevanza se si considera che prima dell'arrivo dell'ex Ostenda il Genoa aveva portato a termine appena tre clean sheet in tutta la stagione. Con il suo predecessore, Andry Shevchenko, inoltre la squadra viaggiava alla poco invidiabile media di oltre un gol e mezzo subito ad incontro. Cifre che, per quanto parziali, testimoniano l'inversione di tendenza attuata dal Genoa nato dal mercato di gennaio.

    Siccome però ogni medaglia ha anche un rovescio, quello rossoblù è rappresentato da un attacco che, esattamente come già visto con l'ex bomber ucraino, fa estrema fatica a lasciare il segno. Se con Sheva le reti realizzate erano state appena tre in oltre due mesi, Blessin è ancora alla ricerca della prima esultanza. Una sterilità offensiva confermata dalle statistiche che vedono i rossoblù come il peggior attacco del torneo dopo la Salernitana, che però ha giocato due gare in meno. Negli ultimi undici turni di Serie A Destro e compagni hanno trovato la via della rete in appena tre occasioni. Peggio di chiunque altro.

    Insomma, se davvero i numeri valgono qualcosa quelli genoani raccontano che dopo aver sistemato la difesa ora l'imperativo di Blessin sia quello di aggiustare la mira dei propri attaccanti.

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