Getty Images
Genoamania: Andreazzoli e il bipolarismo rossoblù
Quanto accaduto negli ultimi giorni ne è l'esempio più lampante. Fino ad una settimana fa, alla vigilia della gara con l'Atalanta, Aurelio Andreazzoli era quasi unanimemente ritenuto il nuovo vate del grifone. Un maestro di calcio in grado di rinverdire i fasti dell'era Gasperiniana, cancellando dalla memoria collettiva i vari interregni seguiti all'addio del tecnico di Grugliasco. Sette giorni dopo il giudizio generale appare nettamente capovolto. Con quella mancanza di mezze misure che da sempre contraddistingue l'atmosfera che circonda il club più antico d'Italia sono bastate due sconfitte per rovesciare una frittata che da gustosa è divenuta improvvisamente bruciacchiata.
Quella di ieri sera a Cagliari, in particolare, sta facendo arrabbiare non poco il popolo del grifone. Nel mirino dei più critici c'è l'eccessivo turnover attuato da Andreazzoli. Cinque cambi nella formazione iniziale dopo che nei tre precedenti incontri non ve n'era stato neppure uno. Inevitabile pagarne dazio su un campo oltretutto storicamente avaro di soddisfazioni per il Genoa. Rimostranze sacrosante, certificate dal punteggio finale che tuttavia non giustificano il repentino cambio di valutazione nei confronti del tecnico toscano.
Andreazzoli è un buon tecnico, non il fenomeno decantato fino a qualche giorno fa ma neppure lo sprovveduto descritto oggi da molti. Fa i suoi errori, come tutti, ma ha le capacità per porvi rimedio. Dote che è un privilegio di pochi. Ciò di cui realmente necessita è tempo ed equilibrio da parte di chi lo giudica. D'altra parte Roma non è stata costruita in un solo giorno e lui, che dalle parti del Colosseo ci ha bazzicato parecchio, lo sa bene. Speriamo riesca a spiegarlo anche a queste latitudini. Sarebbe davvero una gran bella vittoria per tutti.