Genoamania: a Bologna con i cerotti e il coltello fra i denti
Come cambiano le cose in sole due settimane.
Quindici giorni fa, alla vigilia della trasferta sul campo del Sassuolo, Ivan Juric poteva contare sull'intera rosa a disposizione. Nessun guaio fisico né disciplinare tormentava i 25 ragazzi della sua truppa.Oggi, a due giorni da un'altra gara in Emilia, quella di domenica con il Bologna, la situazione in casa del Grifo non è altrettanto serena.
I guai per il tecnico balcanico sono tutti, o quasi, in avanti. Con Pavoletti ed Ocampos costretti in infermeria fino a dopo la sosta e con Pandev ed Edenilson a meditare dietro la lavagna dei cattivi, le scelte per Juric sono praticamente obbligate. Simeone, dopo il suo primo gol in Italia, sarà ancora una volta il punto di riferimento avanzato, più per mancanza di alternative che per reale convinzione del tecnico. A spalleggiare il Cholito, l'inesauribile Rigoni e uno tra il neoacquisto Ninkovic, ancora tutto da scoprire, e il redivivo Gakpé, in vantaggio sul serbo.
Se davanti gli uomini sono contati, dietro la situazione è meno complicata. Anzi in difesa Juric ha quasi l'imbarazzo della scelta su chi schierare al fianco degli inamovibili Burdisso e Izzo. Il ballottaggio per l'ultima maglia disponibile è tutto argentino e vede il convalescente Orban in leggero vantaggio su Gentiletti, la cui occasione avuta contro il Pescara non è stata sfruttata nel migliore dei modi dall'ex laziale.
Unico reparto privo di dubbi è quindi il centrocampo. Con il rientro dalla duplice squalifica di Miguel Veloso, Juric ritrova in un colpo solo il suo regista e la linea mediana titolare. Al suo fianco ci sarà Rincon, mentre sulla fascia di sinistra nessuno sembra in grande di impensierire Laxalt. Dopo aver rifiatato domenica scorsa, sulla destra infine tornerà a viaggiare Lazovic, uno dei più positivi in questo inizio di stagione.
Sarà dunque un Genoa con i cerotti quello che scenderà in campo al Dall'Ara ma con addosso anche tanta voglia di riscatto dopo il mezzo passo falso con il Pescara. E se vorrà uscire indenne dal catino felsineo, Juric non dovrà sbagliare nemmeno una mossa fin dal fischio d'inizio.
Questa volta non ha alternative in panchina per sistemare in corsa una falsa partenza come avvenuto spesso finora. Oltrettutto davanti ci sarà una squadra in salute, guidata da un grande allenatore, sempre in rete nelle sei gare disputate e che tra le mure amiche difficilmente sbaglia un colpo.Eppure se c'è una cosa che il pirata croato ci ha insegnato in questi suoi primi tre mesi sulla panchina rossoblu è che proprio nella tempesta, quando tutti lo danno spacciato, che lui si esalta, tirando fuori il meglio di sé. E i suoi ragazzi con lui.