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    Genoamania: la lezione di Simeone e Laxalt ai traditori del calcio

    Genoamania: la lezione di Simeone e Laxalt ai traditori del calcio

    • Marco Tripodi
    In un'estate caratterizzata dai continui ammutinamenti di giocatori disposti ad abbandonare a tutti i costi la propria nave pur di essere accontentati sul fronte mercato, emergono come mosche sulla panna i comportamenti di Giovanni Simeone e Diego Laxalt.

    PROFESSIONISTI - Ormai prossimi a cambiare casacca, i due sudamericani hanno dimostrano ieri sera che ci possono essere modi diversi di comportarsi da professionisti, anche in pieno calciomercato. Si può fare i bambini capricciosi, non presentandosi agli allenamenti adducendo le scuse più banali pur di cambiare squadra, oppure si può scendere in campo e dare tutto fino all'ultimo minuto per la maglia che si indossa (e per la società che comunque in quel momento ti sta pagando lo stipendio).

    Un modo di comportarsi, quest'ultimo, che dovrebbe essere la norma e che invece nel calcio di oggi appare sempre più come un'anomala eccezione.

    Simeone e Laxalt, a differenza di tanti illustri colleghi, da Coutinho a Spinazzola, passando per Kondogbia e Bernardeschi, hanno scelto questa seconda via, trascinando il Genoa con le loro reti e le loro prestazioni fuori dalle secche di un'eliminazione prematura in Coppa Italia.

    VOLONTA' - Certo, una differenza tra la situazione dei due rossoblù e quella degli altri casi citati c'è ed è evidente: sia l'argentino che l'uruguaiano avrebbero volentieri fatto a meno di salutare Genova. Il loro futuro, ormai quasi scritto alla Fiorentina ed all'Atalanta, è stato sancito più dal volere della dirigenza del Grifone, costretta come da abitudine a far di necessità virtù per far quadrare i conti, che dalle loro ambizioni personali. Eppure proprio questo aspetto rende ancora più merito alle loro prestazioni di ieri.

    Invece che puntare i piedi e magari fare un dispetto alla società che li ha sbolognati altrove, Simeone e Laxalt hanno voluto lasciare il migliore dei saluti agli ormai loro vecchi tifosi, mettendo tutti loro stessi nell'ultima gara giocata per il Genoa. Un comportamento che un pubblico caloroso e con la memoria lunga come quello rossoblù sicuramente non dimenticherà facilmente.

    In un calcio che non dà tempo agli appassionati di affezionarsi ai giocatori della propria squadra, due giovani sudamericani hanno dimostrato che esiste ancora un modo per ottenere il rispetto dei tifosi nonostante il cambio maglia: comportarsi da uomini veri e non da bambini viziati.



     

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