Genoamania 2013: il migliore, il peggiore, la sorpresa e la delusione
Il 2013 rossoblù è un continuo viaggio al limite dell’oblio della retrocessione. La serie B sembra cosa fatta fino all’ultimo mese e mezzo di campionato quando Ballardini e Borriello trascinano il Grifone verso una salvezza quasi miracolosa. I due condottieri sono l’anima di quel Grifone ma entrambi lasciano Genova dopo l’estate di calciomercato tra mille polemiche. A ottobre Preziosi perde clamorosamente la scommessa Liverani ed è costretto a cospargersi il capo di cenere e richiamare l’amato-odiato Gasperini: è la fine dell’incubo, la squadra torna in linea di galleggiamento e nonostante le ultime cinque giornate senza vittoria il Genoa si trova nella parte sinistra della classifica: un lusso dopo due annate passate ad annaspare nell’agitatissimo mare ai margini della zona retrocessione.
I Migliori: Marco Borriello e Alberto Gilardino. Sono loro i due fari del Genoa 2013. Il primo segna i gol che regalano la salvezza (contro Chievo e Pescara quelli fondamentali), il secondo è il trascinatore nel momento del rilancio. Preziosi in estate voleva scambiarli, possibile che il risultato non sarebbe cambiato ma al momento Gila sembra più utile alla causa. La storia racconta che senza il primo il Grifone sarebbe in serie B, così il secondo non avrebbe mai più messo piede a Genova lasciando il ricordo sbiadito della prima avventura. Se ora discutiamo di un Genoa che a gennaio vorrebbe gettare le basi per un nuovo progetto importante lo dobbiamo a Borriello e Gilardino, salvatore della patria l’uno, uomo dei sogni l’altro.
Il Peggiore: Fabio Liverani. I tempi non erano ancora maturi per l’ex regista. Ottimo in campo, buono con i giovani ma non ancora all’altezza di gestire un gruppo che aveva bisogno di una guida forte per risalire la china dopo due stagioni da incubo. Liverani ci ha provato ma alle prime disavventure ha iniziato a rendersi troppo malleabile. Il 4-3-3 su cui era stata basata la sua squadra è rimasto in soffitta dopo la batosta con la Fiorentina. Da quel punto difesa a tre, come piaceva al presidente, e grande caos in campo e fuori, in più la netta sensazione che la guida tecnica non avesse il carattere giusta per reggere la pressione. Lascia la squadra sull’orlo del baratro, la rosa però è importante e Gasperini ci mette poco a raddrizzare la nave, altro punto a sfavore del giovane Fabio che ha un unico merito: vincere 3-0 il derby. Mica male certo, ma non può bastare.
La sorpresa: Mattia Perin. Gli ultimi due mesi lo vedono protagonista assoluto, para tutto e anche qualcosina in più. Risulta il miglior estremo difensore della serie A per numero di interventi. La giovane età lo tradisce in avvio quando la papera contro la Fiorentina sembra interrompere la sua crescita. Il ragazzo pèrò ha carattere e con l’arrivo di Gasperini dimostra tutto il suo valore grazie alla fiducia incondizionata del tecnico. In questo momento è da Nazionale, e pensare che Preziosi, mai convinto della bontà della scelta di Perin, all’ultimo giorno di mercato si affretta a chiudere per Bizzarri. Per la cronaca l’argentino deve ancora mettere piede in campo dopo quattro mesi.
La delusione: Francesco Lodi. E’il vero botto di mercato dell’estate rossoblù. Arriva perché Liverani vuole un uomo d’ordine, uno come lui, capace con il sinistro di guidare la squadra ed aumentare il tasso tecnico del centrocampo. A Catania era paragonato a Pirlo, al Ferraris ne azzecca pochissime, l’unica degna di nota è la punizione nel derby. Poi sparisce, Gasperini gli preferisce Matuzalem e perfino Bertolacci fuori ruolo. La valigia è pronto, il botto di mercato non è esploso, tra qualche giorno saluterà la truppa e in pochi lo rimpiangeranno.