Genoa, Zukanovic: 'Avevo bisogno di un pubblico così!'
JURIC - Le prime impressioni sui nuovi compagni sono senza dubbio positive, così come quelle sul nuovo tecnico: "In questi primi giorni, ho visto un grande spirito di collaborazione tra i compagni, e un mister Juric molto carico. Il nostro atteggiamento aggressivo deriva da lui. Mi ha spiegato cosa vuole, lo ringrazio per avermi voluto qui". Tutti mi chiamano Zuka, mio soprannome. Gli unici a chiamarmi Ervin, pure in Bosnia, sono i genitori.
GENOVA - Due stagioni fa, Zuka, come per sua stessa ammissione viene comunemente chiamato da tutti, genitori esclusi, ebbe modo di confrontarsi con il calcio genovese ma sull'altra sponda del Bisagno. Un'esperienza che racconta senza soffermarcisi troppo: "Conosco l’atmosfera del derby. Alla Sampdoria però sono stato solo pochi mesi. In Serie A ho esordito proprio a Marassi, e mi ricordo di aver segnato anche un gol al Genoa. Si può dire che tutte le strade portano a Genova, una città con una conformazione particolare".
GUERRA E CULTURA - Cresciuto tra le bombe di un paese dilaniato dalla guerra civile, Zukanovic negli anni ha imparato ad apprezzare l'arte e la bellezza del paesaggio. Soprattutto quello italiano: "Quando sono entrato a Villa Rostan, la sede del club, sono rimasto a bocca aperta per gli affreschi. Arte e cultura, questa è l’Italia. Da bambino sono scappato dal mio paese per la guerra. Ho vissuto delle esperienze non facili da raccontare, ma che mi hanno dato tanto".
PUNIZIONI - Il trentenne difensore, prima di congedarsi, ha poi concesso una breve descrizione di sè: "Mi piace tirare le punizioni. Ho un record di sette gol in stagione, provo a scavalcare la barriera, zac, con il sinistro e metterla sul primo palo. Quando sarò a posto fisicamente, poi non ci saranno problemi".