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Genoa, testa libera e organico al completo: a casa Inter per provarci
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SENZA ASSILLI - I 33 punti collezionati fin qui dai rossoblù consentono loro di navigare sereni nelle acque placide del centro classifica, a distanza di assoluta sicurezza dallo spauracchio della zona retrocessione. Perdere contro chi in questo 2004 non ha fatto altro che vincere non sarebbe quindi un dramma per una squadra che ha comunque sempre dimostrato di dare il meglio di sé contro le grandi del nostro campionato. Per conferme andarsi a rivedere l'1-1 dell'andata a Marassi, ultimo risultato diverso da un successo per Barella e compagni.
TUTTI PRONTI - La tranquillità della truppa di Alberto Gilardino è però data anche da un organico mai così integro in questa stagione. Al di là del lungodegente Alan Matturro, del costantemente acciaccato Ridgeciano Haps e del non ancora integrato David Ankeye, tre che comunque non rappresentano certo delle prime scelte, e in qualche caso neppure le seconde, il tecnico dei liguri può infatti contare su tutti gli uomini del suo collettivo. Una situazione che fa sorgere come unico problema (si fa per dire) l'abbondanza di alternative. I dubbi sull'11 che scenderà in campo al Meazza sono soprattutto a centrocampo. Se Morten Frendrup e Milan Badelj sembrano difficilmente escludibili, diverso è il discorso per quanto riguarda il terzo giocatore che li affiancherà. Dopo le buone prove offerte contro Napoli e Udinese, Gilardino sembra intenzionato a confermare sulla mediana Junior Messias. L'ex milanista si sta dimostrando sempre più un campione di duttilità, abile a destreggiarsi anche in ruoli che formalmente non gli apparterebbero. Se davvero la scelta dovesse ricadere sul brasiliano, per Ruslan Malinovskyi ci sarebbe ancora una panchina, la terza consecutiva. L'ucraino però sarebbe in ottima compagnia, visto che a fianco a lui si siederebbero anche Kevin Strootman, Deje Spence e Caleb Ekuban. Tutta gente pronta a subentrare, quale che sia l'andamento della sfida, fornendo al Gila armi importanti per cambiare o congelare il risultato a seconda della necessità contingente.
Perché il fatto di non aver nulla da perdere, non significa che si debba farlo necessariamente.