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Genoa, Schone: 'Qui per Lerager e per i tifosi. Tatuaggi? Forse ne ho troppi...' VIDEO
Una chiacchierata a tutto tondo nel corso della quale il regista danese ha toccato molto temi della propria personalità dentro e fuori il campo: "Sono un ragazzo di famiglia - ha spiegato - cresciuto in una famiglia molto unita. Ho conosciuto mia moglie molto tempo fa, avevo 19 anni, e adesso abbiamo due bambini. Ci piace fare molto cose assieme, andare per museo e conoscere le città in cui viviamo. Siamo una famiglia molto unita".
Nel frattempo il suo figlio maschio è entrato a far parte della cantera rossoblù anche se per il papà il futuro da calciatore è solo una delle opzioni: "Non deve per forza giocare anche se lui ama il calcio. Ma non deve necessariamente ripercorrere le mie orme, se vorrà praticare sci o fare l'attore a me andrà bene".
A proposito dei molti tatuaggi che tappezzano il suo corpo, Schone ammette che forse si è un po' fatto prendere la mano: "Ne ho davvero troppi - scherza - anche se in realtà non sono mai abbastanza. Infatti una settimana fa ho fatto anche il primo tatuaggio a Genova, nella schiena. Quando inizi non puoi più fermarti, anche mio padre è tatuato. Io il primo lo feci a 16 anni perchè mi piace la cultura del tatuaggio".
Inevitabile una domanda sul Genoa e cosa l'abbia spinto in estate a sposare la causa rossoblù: "Ovviamente conoscevo il club, soprattutto sapevo che i tifosi sono sempre lì per la squadra. E mi piace, perché non amo giocare in stadi vuoti. Prima di arrivare ho parlato con Lerager, che era già qui, e mi ha confermato il calore del club e questo mi ha aiutato a prendere la decisione".