Genoa, quanto ti costa la panchina: Milan, Napoli e Lazio spendono meno di te
UNO E TRINO - Prendendo in esame i bilanci di tutti i club di Serie A ed analizzando nello specifico la voce in uscita rubricata alla casella 'allenatori' si noterà come il Genoa sia tra le squadre con l'importo più alto. La colpa, se così vogliamo chiamarla, non è certo dell'attuale tecnico del Grifone. Rolando Maran percepisce infatti uno stipendio netto annuo da 850 mila euro, cifra che ne fa il quinto meno pagato del nostro massimo campionato, davanti ai colleghi Stroppa, Italiano, Liverani e Gotti. Il problema per il cassiere rossoblù è che oltre al tecnico trentino il club attualmente ha a libro-paga altri due suoi colleghi: Aurelio Andreazzoli e Davide Nicola. Seppur a riposo, entrambi hanno infatti ancora un contratto in essere con la società di Enrico Preziosi, la quale, a meno di rescissioni anticipate, dovrà garantire fino al termine della stagione in corso 700 mila euro al primo e 600 mila al secondo. Tre stipendi che, se sommati uno con l'altro, sfondano ampiamente il tetto dei due milioni all'anno. Cifra che, oltretutto, al lordo delle tasse risulta praticamente raddoppiata.
PIANI ALTI - Ciò che fa più impressione, tuttavia, è che in questa speciale classifica il Genoa risulta essere il sesto club italiano, a non troppa distanza da chi lo precede. A parte gli inarrivabili picchi raggiunti dalle superpotenze Inter e Juve, entrambe con due tecnici ciascuno alle proprie dipendenze (Conte e Spalletti per i nerazzurri, Sarri e Pirlo per i bianconeri), Roma, Fiorentina e Atalanta spendono poco di più dei rossoblù per la propria panchina. Giallorossi e viola sborsano ambedue circa 2,5 milioni netti, i primi per Paulo Fonseca, i secondi per gli ingaggi sovrapposti di Montella e Iachini. Gli orobici ne versano 2,2 a Gasperini. Appena cinquantamila in più di quanti ne spende complessivamente il Grifone. Più virtuosi sono altri club che pure hanno dalla loro gli introiti derivanti dalle competizioni europee, come Milan, Napoli e Lazio. Segno che non sempre chi più spende meno spende.