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    Genoa, Preziosi al processo sugli ultras: 'Usavano la squadra per interessi personali'

    Genoa, Preziosi al processo sugli ultras: 'Usavano la squadra per interessi personali'

    L'ex presidente del Genoa, Enrico Preziosi, è comparso quest'oggi al Tribunale di Genova in qualità di testimone nell'ambito del processo a 15 tifosi del Grifone accusati, tra le altre cose, di estorsione ai danni della società rossoblù: "A loro della squadra non è mai interessato nulla - ha dichiarato l'imprenditore irpino in aula - Perseguivano soltanto il proprio interesse personale. Usavano il loro potere per ottenere benefici e denaro, cavalcando le difficoltà della squadra. Ma io non ho mai avuto paura. Nessun timore reverenziale".

    Preziosi ha poi raccontato un episodio che lo ha visto coinvolto nel 2005, quando alcuni tra gli imputati lo invitarono a cena al ristorante: "Volevano farmi dire che avevo venduto la partita col Venezia perché così mi avrebbero potuto ricattare. Io non confessai proprio niente perché non era vero e me ne andai. A quell'incontro Leopizzi (Massimo, uno degli imputati ndr) mi urlò che il Genoa era suo e decideva lui. Gli risposi che se era così poteva iniziare a pagare gli stipendi".

    A proposito degli imputati, l'ex presidente intercettato dai giornalisti presenti fuori dall'aula ha poi aggiunto: "Certi personaggi dovrebbero andare in galera e non dovrebbero entrare nel mondo dello sport. Purtroppo ci entrano per vie traverse e vengono addirittura osannati, finendo per influenzare migliaia di persone e questo è deleterio per qualsiasi società. Oggi, però, con l'ingresso delle proprietà straniere questo problema si è attenuato poiché non riuscirebbero a comprendere i motivi di avere questo tipo di rapporti con le tifoserie".
     

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