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Genoa, Preziosi al processo sugli ultras: 'Usavano la squadra per interessi personali'
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Preziosi ha poi raccontato un episodio che lo ha visto coinvolto nel 2005, quando alcuni tra gli imputati lo invitarono a cena al ristorante: "Volevano farmi dire che avevo venduto la partita col Venezia perché così mi avrebbero potuto ricattare. Io non confessai proprio niente perché non era vero e me ne andai. A quell'incontro Leopizzi (Massimo, uno degli imputati ndr) mi urlò che il Genoa era suo e decideva lui. Gli risposi che se era così poteva iniziare a pagare gli stipendi".
A proposito degli imputati, l'ex presidente intercettato dai giornalisti presenti fuori dall'aula ha poi aggiunto: "Certi personaggi dovrebbero andare in galera e non dovrebbero entrare nel mondo dello sport. Purtroppo ci entrano per vie traverse e vengono addirittura osannati, finendo per influenzare migliaia di persone e questo è deleterio per qualsiasi società. Oggi, però, con l'ingresso delle proprietà straniere questo problema si è attenuato poiché non riuscirebbero a comprendere i motivi di avere questo tipo di rapporti con le tifoserie".