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    Genoa, Perin: 'Non penso al mercato, amplificate le parole di Buffon'

    Genoa, Perin: 'Non penso al mercato, amplificate le parole di Buffon'

    • Marco Tripodi
    Sarà, con ogni probabilità, uno degli uomini più contesi della prossima sessione di calciomercato. Su di lui hanno messo gli occhi in tanti, a cominciare dal Napoli che deve sostituire il partente Pepe Reina. Ma almeno per il momento Mattia Perin dice di non aver altri pensieri se non per il suo Genoa: "Le voci di mercato non mi infastidiscono - ha rivelato il portiere rossoblù alla Gazzetta dello Sport - Finchè si gioca testa solo al campo, non spreco energie pensando al futuro".

    Perin dice la sua sulla pesante reazione avuta da Buffon nel post Real Madrid-Juventus: "C'è chi ha detto cose ben più pesanti nel nostro ambiente ma le sue parole sono sempre amplificate. E poi la frustazione per essere usciti ad un passo dall'impresa è enorme".

    Il 25enne di Latina ha poi ricordato il momento più bello della sua avventura in rossoblù: "Sono due. 1 settembre 2013, seconda gara in A con il Genoa, perdemmo 2-5 con la Fiorentina. Su un tiro da fuori area di Pepito Rossi me la buttai in rete da solo. Piovvero critiche senza fine. Tre gare dopo, con il Chievo, feci una bella parata su un tiro di Pellissier. Mi rialzai e sentì un brivido lungo la schiena, mai scorderò quell'attimo, come se mi fossi liberato di tutto ciò che avevano detto su di me. E poi alla fine fui convocato per il Mondiale".

    A proposito di Nazionale, com'è il suo rapporto con la maglia azzurra? "E' un obiettivo ma non un'ossessione. Quando Gigi smetterà, quanti pretendeti. Penso a Donnarumma - avrà un futuro luminosissimo - ma pure a Sportiello, Meret, Sirigu, Cragno, Consigli. Più c'è competitività più si alza il livello".

    Com'è il suo rapporto con Genova?: "Eccellente, Genova mi ha quasi adottato, sono arrivato a 15 anni. La qualità della vita è elevata, se una giornata nasce storta, guardo il mare da casa e mi torna il sorriso. Le due sponde del tifo cittadino vanno d'accordo. Ho un ottimo rapporto con Viviano, ci frequentiamo fuori dal campo, condividiamo la stessa cultura del vino, andiamo a girare le Langhe sulle strade del Barolo. Ho concluso il primo livello del corso di sommelier".

    Infine, un pensiero al Genoa e ai suoi tifosi: "Quando entri al Ferraris ti senti veramente un calciatore: pazzesco. Ecco perché credo che questa squadra meriti di lottare stabilmente per qualcosa di più della salvezza".

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