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Genoa, l'allenatore della Primavera: 'Ai ragazzi dico di imitare Del Piero.Occhio a Zanimacchia...'
Arrivato quest'estate sulla panchina dei grifoncini, il tecnico umbro ci ha messo davvero poco a scrollarsi di dosso l'etichetta di raccomandato, affibiatagli da chi in lui vede solo il fratello del dirigente dell'Inter Walter: "Basta la mia storia per smentire questa diceria - ha dichiarato l'allenatore al Secolo XIX - Con Walter ho un ottimo rapporto anche se ci vediamo poco, specie ora che fa avanti e indietro con la Cina. Ognuno ha fatto la sua strada, lui da dirigente e io da allenatore. Se fossi un raccomandato non sarei rimasto fermo tanti anni".
A rendergli merito è soprattutto l'andamento di una squadra attualmente posizionata al quarto posto, a meno tre dalla capolista Atalanta e reduce dalla bella vittoria in rimonta sull'ex battistrada Inter: "Il Genoa è una squadra di alto livello che da anni sforna talenti che arrivano in Serie A - afferma Sabatini - però prima di arrivare qui non avevo un’idea precisa della forza di questa squadra. Diciamo che siamo partiti bene e abbiamo fatto ottime partite ma siamo solo all’inizio. Siamo in un campionato di grande equilibrio, la riforma ha portato a un innalzamento del livello qualitativo del campionato, la presenza di promozioni e retrocessioni ha elevato l’agonismo".
Tra i ragazzi più promettenti del suo Grifone c'è Luca Zanimacchia, attaccante classe 1998 già finito nel mirino di molti club: "Lui arriverà lontano, ne sono sicuro - dichiara ancora Sabatini - È lo spauracchio degli avversari. È immarcabile, prima faceva l’esterno mentre adesso parte da seconda punta, libero di muoversi. Può migliorare in fase conclusiva. Ma, ripeto, arriverà. Ai ragazzi dico sempre che ognuno ha la propria strada: c’è chi esordisce a 16 anni e fa gol, come Pellegri e Salcedo; e c’è chi invece segue percorsi diversi, magari passando dalla serie D come Zanimacchia".
Tra i giocatori che Sabatini ha visto crescere ed esplodere c'è anche un certo Alessandro Del Piero: "Quando arrivò al Padova - ricorda ancora il tecnico - ero responsabile del settore giovanile. Aveva 15 anni e una feroce determinazione. Aveva appeso in foresteria un poster di Platini, voleva diventare a tutti i costi il numero 10 della Juventus. E c’è riuscito. Il poster è rimasto e l’ho mostrato per anni ai ragazzi che arrivavano, per far capire loro che solo il talento non basta, che servono determinazione e voglia. Dal settore giovanile del Padova, forse non è un caso, sono venuti fuori giocatori come Gastaldello, Foggia, Andreolli, Sartor e Rossettini".