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    Genoa, le pagelle di CM: Destro ne fa due, ma anche Sirigu è un bomber

    Genoa, le pagelle di CM: Destro ne fa due, ma anche Sirigu è un bomber

    • Marco Tripodi
    GENOA-VERONA 3-3
     
    Sirigu 8: 
    decisivo nel tenere in piedi il Genoa sullo 0-2, strozzando in gola l’urlo di Kalinic, e nell’evitare il nuovo vantaggio gialloblù nel finale volando sul missile di Lasagna. Nulla può invece sulle tre reti. Bomber coi guantoni. Ma non era finito?
     
    Cambiaso 5: sorpreso da Simeone in occasione del vantaggio, non riesce a riscattarsi poco dopo con un bel sinistro dalla distanza che lambisce il palo. In calo dopo le belle prestazioni di inizio campionato. 
    (dal 1’ st Pandev 6: dentro per dare la scossa, porta invece un’insolita per lui dote di nervosismo che contagia anche i compagni. Scaltro nel procurarsi il rigore che riapre i conti, nel recupero sfiora il clamoroso 4-3 con una deviazione sotto misura).
     
    Biraschi 6: provvidenziale nell’evitare il raddoppio veronese dopo un quarto d’ora, stoppando Simeone lanciato a rete. Nel complesso regge sostanzialmente bene, almeno finché i muscoli non lo costringono alla resa.
    (dal 19’ st Ghiglione 6: cambio obbligato che alla fine si rivela prezioso. Pur senza strafare l'esterno lombardo permette comunque ai suoi di alzare il baricentro di squadra. Più utile che appariscente).
     
    Maksimovic 5: improvido nell’occasione che causa il rigore del raddoppio, macchia una partita che fino a quel momento era stata attenta e positiva. Ammonito nel frangente, Ballardini preferisce evitare guai peggiori richiamandolo a sé.
    (9’ st Bani 5: un paio di buone chiusure vanificate dalla libertà che concede a Kalinic in pieno recupero e che di fatto costano due punti ai rossoblù).  
     
    Criscito 6: in rete per la terza giornata di fila, sempre dagli undici metri. La sua freddezza riaccende le speranze del Grifone. Ma dietro anche lui partecipa al ballo collettivo della retroguardia rossoblù.
     
    Rovella 6: inscena un duello rusticano con il quasi coetaneo Ilic dal quale esce spesso sconfitto. Cresce nella ripresa, guadagnandosi la sufficienza stiracchiata con la pennellata che offre a Destro l'inzuccata del 2-2.
     
    Badelj 5: troppi errori, molti anche banali, per uno che di solito non sbaglia nulla.
     
    Kallon 5: la verve che lo contraddistingue non corrisponde ad altrettanta lucidità. Buone le intenzioni, meno i risultati.
    (dal 13’ st Ekuban 6,5: a volte eccede in rischiosi virtuosismi ma alla fine anche il suo contributo risulta fondamentale per garantire al Genoa quel cambio di passo che permette di rimettere in piedi una gara virtualmente già persa).
     
    Melegoni 5,5: più trequartista che mezzala alterna qualche bella intuizione a errori di misura che limitano l’incisività sua e dei compagni.
    (dal 1’ st Behrami 6: porta in campo foga e grinta. Forse anche troppa. Ma risulta indispensabile per puntellare una mediana troppo fragile).
     
    Fares 5: Faraoni sulla sua corsia fa praticamente tutto ciò che vuole. A differenza sua che invece non riesce mai a mettersi in moto.
     
    Destro 8: si accende nel finale realizzando due gol in prima persona (compreso uno alla Milito) e mettendo lo zampino anche all’azione del rigore dell’1-2 realizzato da Criscito. Trascina i suoi verso una rimonta storica che Kalinic rovina nel finale. In totale fanno quattro reti in cinque gare, senza rigori. Mica male per uno che non doveva neppure essere qui.
     
    All. D. Ballardini 6: l’ennesima falsa partenza di questo inizio di stagione rischia di rovinare la festa di uno stadio colorato con stelle e strisce in onore dei nuovi proprietari. La carenza di idee del suo centrocampo impedisce di risalire una china che minuto dopo minuto si fa sempre più erta. Nel finale tuttavia la sua squadra dimostra di avere carattere da vendere ripetendo la clamorosa rimonta già riuscita a Cagliari due settimane fa. Peccato che il Verona, a differenza dei sardi, non si rassegni ad alzare bandiera bianca. Il lavoro non gli manca, la materia prima neppure.
     

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