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    Genoa, Laxalt: 'Non penso a un futuro nell'Inter'

    Genoa, Laxalt: 'Non penso a un futuro nell'Inter'

    L'esterno uruguaiano del Genoa, Diego Laxalt ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Resistenza e velocità sono doti che ho sempre avuto fin da bambino, ma che adesso sto mettendo a frutto grazie anche a Gasperini e al suo staff. Spesso mi fermo a fine allenamento per un lavoro supplementare in palestra, mi piace e da quando ho la fortuna di avere Alessandro Pilati (tra l'altro ex nazionale di judo) come preparatore atletico è diventato un appuntamento immancabile: la prestazione di un calciatore passa dalla sua preparazione fisica". 

    Carattere e determinazione. Eppure per sfondare il muro della diffidenza ci ha messo più di due anni: l’Inter, poi il prestito al Bologna, quello all’Empoli e infine al Genoa, dove però nei primi sei mesi ha trovato poco spazio. Cosa è cambiato quest’anno? 

    "E' cambiata la considerazione degli altri nei miei confronti. Io però ho sempre pensato di potercela fare, per questo ho lavorato duro, impegnandomi al massimo dell’intensità, cercando di imparare tutto quello che potevo". 

    Contro il Chievo ha corso per 11 chilometri e 689 metri, più di tutti gli altri giocatori in campo. Ha sprintato, quindi ha corso alla più alta velocità possibile, per 1.082 metri. Che significato da a questi dati? 
    "Nessuno in particolare. Fin da ragazzino in Uruguay avevo queste caratteristiche. Cerco di sfruttarle al meglio, ma soprattutto di metterle a disposizione della squadra". 

    Nell'ultimo successo rossoblù, quello contro l'Udinese del 21 febbraio, ha lasciato un segno profondo: ha corso più di tutti e ha toccato pure la punta massima di velocità. In più ha fatto un gol, il terzo del suo campionato, ha concluso tre volte in porta e una fuori, ha creato tre occasioni e fornito due assist. Contro il Chievo, pur in un match dall'esito negativo, ha comunque fatto più cross di tutti e recuperato il maggior numero di palloni. 

    "Ecco, questi sono i numeri in cui credo io, non quelli fatti con delle giocate, soprattutto per lo spettacolo. Mi è sempre piaciuto essere concreto, ma la cosa che adoro di più è migliorare, sempre. Ora, ad esempio, so che devo diventare più bravo in zona gol, questo spero sia il mio prossimo passo in avanti". 

    E’ uruguaiano, gioca a centrocampo, combatte, corre e scatta, ma il suo idolo è Leo Messi, un argentino. Non le suona strano? 
    "Amo Messi come calciatore, ma, sul campo, mi ispiro al Cebolla Rodriguez, il mio connazionale che lo scorso anno ha giocato nel Parma senza fortuna, ma in quella situazione tutto era molto difficile e lui non ha potuto mostrare il suo vero valore. A me piace essere impiegato in tanti modi diversi, esattamente come fa Gasperini, ma il mio ruolo abituale è a centrocampo, a sinistra, come ha sempre giocato Rodriguez. Il mio vero idolo, però, è papà Gustavo. Lui è un meccanico e mi ha trasmesso la passione per i motori. No, niente velocità, preferisco metterci le mani. Amo le auto d’epoca, a casa ne ho tre. Niente a che vedere con il calcio, è un hobby che mi sporca le mani ma mi libera la mente". 

    Il suo cartellino è tutt’ora di proprietà dell'Inter, lei è in prestito al Genoa con diritto di riscatto fissato a 2,5 milioni di euro. Ora che ha finalmente sfondato il muro della diffidenza come pensa al suo futuro? 

    "Non ci penso, semplicemente. Secondo me bisogna sempre vivere il presente, non il futuro. Sono qui al Genoa, sto bene e miglioro ogni giorno. Nel mio futuro, ve lo garantisco, c'è solo un pensiero e si chiama Empoli, la partita di domenica pomeriggio, quella che dobbiamo vincere assolutamente per risalire ancora di più la classifica e allontanare la zona pericolosa. Il mio presente è Genova, il Genoa, la mia fidanzata Antonella, il mio cagnolino Pasito: sto bene così". 
     


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