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Genoa, la tv giapponese sarà in città per una speciale sulla vita di Miura
L'indelebile impronta lasciata da Kazu sul nostro calcio fu più di costume che non tecnica. La sua avventura in Italia durò infatti appena una stagione. 21 presenze ed un solo gol, segnato però nel derby di ritorno e per questa entrato di diritto nei cuori dei tifosi rossoblu, è il magro bottino raccolto nell'allora campionato più bello del mondo dal talento del Sol Levante.
Come detto però quell'esperienza fu qualcosa di più di una semplice comparsata, peraltro ben retribuita visto l'alta rendita economica che molti sponsor giapponesi garantirono sia al Genoa che al giocatore. Lo sbarco di Miura fu per il calcio italiano come la caduta di un muro. Presidenti e dirigenti nostrani capirono che il mondo pallonaro non era più diviso in Europa, Sud America e Africa ma che anche oltre il Bosforo c'era la possibilità di trovare interessanti talenti. Da lì a pochi anni arrivano altri astri nipponici, come Nakata e Nakamura, ma anche autentiche meteore come Oguro, Nanami e Yanagisawa.
Quanto a Miura, che nel frattempo erano tornato in patria, non restò a lungo fermo in Giappone. Dopo aver giocato in Brasile da giovanissimo, l'attaccante di Shizuoka approdò anche in Croazia ed Australia, cimentandosi pure con il calcio a 5.
Oggi, alla veneranda età di 50 anni suonati, Kazu ancora gioca e segna nella serie B nipponica, infrangendo un record dopo l'altro.
Alla sua incredibile carriera ha deciso di dedicare un documentario Nippon TV, le cui telecamere saranno nei prossimi giorni nei numerosi luoghi toccati da Miura nel corso della sua parentesi rossoblu.
23 anni dopo il mondo ed il calcio sono cambiati radicalmente. Non per Kazu però, che continua a giocare e segnare come se nulla fosse.