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Genoa, la lettera di Nicola ai più giovani: 'Stiamo mandando il segnale sbagliato'
Questo il testo integrale: "Mancano due minuti alla mezzanotte del 1 di agosto... il che significa che tra due minuti scatterà il 2 agosto! Ultima giornata di campionato, tutto in un solo giorno, tutto il lavoro di questi interminabili 7 mesi.
Speranze, timori, emozioni passate convergono in questo ultimo giorno di campionato, dove tutto è ancora in ballo. Dentro o fuori? Tutto o niente? Si è così e però a pensarci bene...non è neanche così...nel senso che pur essendo giudicati dai risultati che potrebbero arrivare oppure no, c’è di mezzo un lavoro prezioso, minuzioso, efficace che però perderebbe di valore ed interesse se non si completasse l’opera. Che tristezza a pensarci bene, è il classico messaggio che passa la nostra società e la nostra cultura ai più giovani. Tutto ciò fa perdere fiducia al giovane che si appresta a costruire la sua lunga strada ossia trovare il suo posto nella vita. Se perdo non valgo niente, se vinco sono il più forte, il più bravo, il più bello. Non c’è da meravigliarsi che gran parte di essi poi facciamo fatica a prendersi delle responsabilità... o ad affermare se stessi o a piacersi o a definirsi ed immaginarsi uomini di successo. In realtà bisognerebbe oggettivamente analizzare che il giovane può diventare un vincente se si considera la sua esperienza come processo migliorativo, inevitabile per costruire la sua identità e per conoscersi come potenzialità.
indipendentemente dal successo ottenuto in una data situazione.
Galimberti però dice che l’identità è data dagli altri... forse è il motivo per cui molti giovani non sono capaci di riconoscersi in questa società, rimanendone delusi. La paura del fallimento porta a rifiutare l’azione che ti porta al successo e come ben si sa prima del successo ci sono una lunga lista di fallimenti. Come possiamo migliorare questo freno per l’essere umano? Semplicemente rischiando di fallire cambiando la visione del fallimento in una visione orientata al tentativo di successo. Elogiando il tentativo come l’azione più nobile ... molto più nobile del successo in se. Oggi non mi sento più capace se vinco. Non mi sento più incapace se perdo, sono consapevole di vincere o di perdere ma sono più consapevole del percorso fatto per inseguire una meta ed è questo che fa di me un vincente".