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    Genoa: il paradossale entusiasmo di una tifoseria a cui la retrocessione non fa paura

    Genoa: il paradossale entusiasmo di una tifoseria a cui la retrocessione non fa paura

    • Marco Tripodi
    Giornata dopo giornata l’incubo retrocessione per il Genoa si fa sempre più reale. Dopo quindici lunghi anni trascorsi in Paradiso, i rossoblù intravedono nettamente i contorni di quel Purgatorio sfiorato spesso nel recente passato ma in un modo o nell’altro sempre evitato.
     
    A cinque turni dalla fine del torneo e con sei punti da recuperare, pur con due scontri diretti all’orizzonte, l’impresa dei rossoblù appare ai limiti del possibile, soprattutto a causa di un attacco che fa una fatica tremenda a dar segni di vita.
     
    NUOVO CORSO - Eppure, malgrado tutto, c’è chi nella salvezza crede ancora e di arrendersi proprio non ne vuole sapere. Reduce da anni di perenne contestazione nei confronti di una proprietà da cui non si sentiva per nulla rappresentata, la tifoseria genoana si è ricompattata attorno alla squadra proprio nel momento sportivamente più buio dell’ultimo ventennio. Merito anche di un cambio societario che ha portato nuove speranze all'orizzonte, pur commettendo errori ma dimostrando passione e voglia di investire. Se in altri momenti la protesta dei sostenitori non avrebbe mancato di far sentire la propria rabbia, giustificata da una classifica deprimente, oggi l’animo dei tifosi appare invece inversamente proporzionale ai risultati ottenuti dalla squadra.
     

    SPINTA INVERSA - In una stagione nella quale al Genoa sono mancate moltissime cose, dentro e fuori il campo, ciò che non è mai venuto meno è il calore della sua gente. Non c’è stata partita negli ultimi mesi in cui il popolo rossoblù non si sia stretto attorno alla squadra. Seguendola in massa in trasferta, tornando ad incitarla negli allenamenti, continuando a cantare ben oltre il triplice fischio anche dopo le sconfitte più brucianti. Un entusiasmo collettivo che pare un ossimoro, specie in un calcio sempre più isterico e schiavo dei risultati.
     
    Aldilà delle parole, più o meno di circostanza, e delle promesse scontate di chi dice di non volersi dare per vinto, gli unici che dimostrano con i fatti di credere veramente nella più improbabile delle salvezze appaiono proprio i tifosi. L’elemento più umorale e spesso irrazionale di una squadra. Certo, i mugugni non mancano, e d’altronde siamo pur sempre a Genova, la capitale mondiale del brontolio. Ma comunque andrà questa stagione la certezza è che il Grifone la terminerà tra i canti e i cori del proprio popolo. Pronto a riempire di calore la propria squadra indipendentemente dal destino che l’attende. E con un pubblico così anche il Purgatorio fa meno paura.
     

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