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Genoa, Ekuban dai fischi agli applausi: 'Sono rimasto per riscattarmi. Blessin ha portato un calcio nuovo'
Il cammino percorso da Caleb Ekuban in questa stagione non è stato per nulla banale. "I primi sei mesi non sono stati all'altezza, lo so io per primo - ha raccontato l'attaccante rossoblù al Secolo XIX - Quando sono uscito durante la partita contro lo Spezia per rientrare in panchina sono passato sotto la Nord e sentivo i fischi che arrivavano. Ogni tanto mi giravo a guardare la gradinata ma non per sfidare chi fischiava, volevo solo fissarmi nella mente quei fischi perché il mio unico obiettivo era riuscire a trasformarli in applausi".
Missione riuscita. Anche grazie alla decisione di non lasciare il Grifone a metà stagione, malgrado le offerte non gli mancassero: “A fine dicembre - ha spiegato ancora l'italo-ghanese - il mio agente mi ha chiesto cosa avessi intenzione di fare. Le offerte c’erano, in Turchia ho fatto tre anni molto belli e non finirò mai di ringraziarli. Ma non mi piace cambiare squadra a gennaio, mi sembrava di scappare. Andare via poteva essere la strada più facile, a me non piace. E così sono rimasto al Genoa, ben deciso a riscattarmi“.
Ad essere migliorato però non è soltanto lui ma tutta la squadra, anche grazie all'avvento di Alexander Blessin: “Direi che è cambiato tanto. E parlerei di squadra, prima di tutto. Blessin ci ha dato una nuova mentalità, il nostro obiettivo è quello di andare a dominare l’avversario. Togliere all’avversario spazio e tempo, aggredirlo. Credo che questo sia il futuro del calcio, è una novità per l’Italia e noi la stiamo mettendo in pratica nel modo migliore“.