Getty Images
Lazovic: garanzia Prosinecki, futuro Iago
Da qualche giorno ci siamo lasciati alle spalle un altro turno di Serie A e, con le riflessioni sull'ultima giornata fantacalcistica ancora fresche, nella partita tra Frosinone e Genoa non sono passati certo inosservati i due assist forniti dal rossoblù Darko Lazovic per Pavoletti e Gakpè. Due giocate di qualità nel contesto di una partita di grande sostanza nella quale l'ex Stella Rossa ha letteralmente fatto ammattire il terzino cicociaro Crivello e ha finalmente evidenziato quel talento che lo ha accompagnato nel momento del suo trasferimento in Italia.
INIZIO IN SALITA - Lazovic nasce a Borac nel settembre del 1990 e inizia la sua carriera nella squadra locale che milita nel massimo campionato serbo. Sui campi verdi e meno verdi del campionato serbo dimostra fin dall'inizio di possedere i requisiti necessari per confrontarsi su palcoscenici più prestigiosi. Le sue accelerazioni sulla fascia non passano inosservate agli scout del Tottenham che nel 2009 lo portano a Londra per un provino; il ragazzo lo passa a voti pieni, ma la Football Association non gli concede il permesso di lavoro e l'affare sfuma, circostanza della quale approfitta la Stella Rossa che lo mette immediatamente sotto contratto. Così uno dei più grandi talenti serbi iniziò la sua cavalcata verso il grande calcio, ma la strada è più lunga e ancora più complicata di quanto si potesse immaginare. Un inizio senza inizio, si potrebbe dire così per il primo anno e mezzo a Belgrado. La Stella Rossa, che era ed è anche oggi nota come squadra capace di trasformare molti ragazzini in grandi calciatori, non fece vedere quasi mai il campo a Darko. Il club decide di andare contro la propria tradizione finché non arriva a sedersi in panchina proprio uno di quei ragazzini che sono diventati grandi, anzi grandissimi, grazie ai biancorossi, Robert Prosinecki.
L'INVESTITURA DI PROSINECKI - Oltre ai dribbling ubriacanti e le galoppate sulla fascia, Prosinecki e Lazovic hanno un'altra cosa in comune. Entrambi hanno trovato inizialmente difficoltà ad imporsi nelle rispettive squadre, con Prosinecki che alla Dinamo Zagabria fu etichettato addirittura cime un giocatore scarso. "Zuti" sapeva meglio di chiunque altro cosa stesse passando il diciannovenne Lazovic e decide di prendere il giocatore sotto la propria ala protettiva e, oltre a metterlo regolarmente in campo, inizia a guidarlo alla scoperta di quel ruolo dove lui era stato da calciatore uno dei migliori al mondo. Da quel momento, Lazovic diventa il punto di forza della Stella Rossa arrivando persino in nazionale maggiore sotto la guida di Sinisa Mihajlovic. Dopo quella stagione fu ad un passo dal Salisburgo, che mise sul piatto 4,5 milioni di euro, ma Prosinecki stoppa l'affare ponendo un ultimatum alla società: "Se mi vendete Lazovic, me ne vado anche io".
COME IAGO? - I destini di Prosinecki e Lazovic sembrano indissolubilmente legati, visto che l'anno successivo l'ex nazionale croato abbandona l'incarico di allenatore solamente con una Coppa di Serbia in bacheca e ad aprile, nel derby col Partizan che avrebbe deciso il vincitore del campionato, esce di scena anche Lazovic, che subisce un infortunio al ginocchio che lo tiene fuori dal campo per 8 mesi. Nel frattempo, alla Stella Rossa prosegue la girandola di allenatori, giocatori e dirigenti , ma l'unico a rimanere sempre al suo posto è proprio l'attuale esterno del Genoa. Torna ancora più forte di prima, risultando il protagonista indiscusso della vittoria del campionato 2013/14, alla quale contribuisce con 5 gol e 3 assist. Dopo questo trionfo, la squadra viene però smembrata dopo l'esclusione dalle competizioni europee dettata dalla Uefa per motivi economici, ma Lazovic resta e conclude la sua esperienza in biancorosso con 10 reti e 6 assist, numeri che lo propongono come uno dei migliori esterni offensivi a livello continentale. E' stato l'uomo giusto al posto giusto, ma al momento sbagliato purtroppo. Adesso al Genoa spera di avere migliori quelle opportunità e quella fiducia che spesso non gli sono state concesse in passato e, dopo un avvio con poche presenze e molte panchine, la svolta di Frosinone può rappresentare per lui il trampolino di lancio agli ordini di Gasperini. Allenatore che lo ha promosso a parole pubblicamente e che spera di avere a disposizione da qui al termine della stagione un giocatore in grado di ripercorrere le orme di Iago Falqué. Arrivato nell'indifferenza generale dopo la fallimentare esperienza juventina e tra i trascinatori del Grifone nello scorso esaltante campionato.
Aleksandar Miljkovic
INIZIO IN SALITA - Lazovic nasce a Borac nel settembre del 1990 e inizia la sua carriera nella squadra locale che milita nel massimo campionato serbo. Sui campi verdi e meno verdi del campionato serbo dimostra fin dall'inizio di possedere i requisiti necessari per confrontarsi su palcoscenici più prestigiosi. Le sue accelerazioni sulla fascia non passano inosservate agli scout del Tottenham che nel 2009 lo portano a Londra per un provino; il ragazzo lo passa a voti pieni, ma la Football Association non gli concede il permesso di lavoro e l'affare sfuma, circostanza della quale approfitta la Stella Rossa che lo mette immediatamente sotto contratto. Così uno dei più grandi talenti serbi iniziò la sua cavalcata verso il grande calcio, ma la strada è più lunga e ancora più complicata di quanto si potesse immaginare. Un inizio senza inizio, si potrebbe dire così per il primo anno e mezzo a Belgrado. La Stella Rossa, che era ed è anche oggi nota come squadra capace di trasformare molti ragazzini in grandi calciatori, non fece vedere quasi mai il campo a Darko. Il club decide di andare contro la propria tradizione finché non arriva a sedersi in panchina proprio uno di quei ragazzini che sono diventati grandi, anzi grandissimi, grazie ai biancorossi, Robert Prosinecki.
L'INVESTITURA DI PROSINECKI - Oltre ai dribbling ubriacanti e le galoppate sulla fascia, Prosinecki e Lazovic hanno un'altra cosa in comune. Entrambi hanno trovato inizialmente difficoltà ad imporsi nelle rispettive squadre, con Prosinecki che alla Dinamo Zagabria fu etichettato addirittura cime un giocatore scarso. "Zuti" sapeva meglio di chiunque altro cosa stesse passando il diciannovenne Lazovic e decide di prendere il giocatore sotto la propria ala protettiva e, oltre a metterlo regolarmente in campo, inizia a guidarlo alla scoperta di quel ruolo dove lui era stato da calciatore uno dei migliori al mondo. Da quel momento, Lazovic diventa il punto di forza della Stella Rossa arrivando persino in nazionale maggiore sotto la guida di Sinisa Mihajlovic. Dopo quella stagione fu ad un passo dal Salisburgo, che mise sul piatto 4,5 milioni di euro, ma Prosinecki stoppa l'affare ponendo un ultimatum alla società: "Se mi vendete Lazovic, me ne vado anche io".
COME IAGO? - I destini di Prosinecki e Lazovic sembrano indissolubilmente legati, visto che l'anno successivo l'ex nazionale croato abbandona l'incarico di allenatore solamente con una Coppa di Serbia in bacheca e ad aprile, nel derby col Partizan che avrebbe deciso il vincitore del campionato, esce di scena anche Lazovic, che subisce un infortunio al ginocchio che lo tiene fuori dal campo per 8 mesi. Nel frattempo, alla Stella Rossa prosegue la girandola di allenatori, giocatori e dirigenti , ma l'unico a rimanere sempre al suo posto è proprio l'attuale esterno del Genoa. Torna ancora più forte di prima, risultando il protagonista indiscusso della vittoria del campionato 2013/14, alla quale contribuisce con 5 gol e 3 assist. Dopo questo trionfo, la squadra viene però smembrata dopo l'esclusione dalle competizioni europee dettata dalla Uefa per motivi economici, ma Lazovic resta e conclude la sua esperienza in biancorosso con 10 reti e 6 assist, numeri che lo propongono come uno dei migliori esterni offensivi a livello continentale. E' stato l'uomo giusto al posto giusto, ma al momento sbagliato purtroppo. Adesso al Genoa spera di avere migliori quelle opportunità e quella fiducia che spesso non gli sono state concesse in passato e, dopo un avvio con poche presenze e molte panchine, la svolta di Frosinone può rappresentare per lui il trampolino di lancio agli ordini di Gasperini. Allenatore che lo ha promosso a parole pubblicamente e che spera di avere a disposizione da qui al termine della stagione un giocatore in grado di ripercorrere le orme di Iago Falqué. Arrivato nell'indifferenza generale dopo la fallimentare esperienza juventina e tra i trascinatori del Grifone nello scorso esaltante campionato.
Aleksandar Miljkovic