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Genoa, è tregua armata tra tifosi e società
La contestazione accennata nelle scorse settimane, per esempio dopo il deludente pareggio interno con il Crotone di due settimane fa, è esplosa definitivamente domenica scorsa al termine della gara persa a Marassi contro il Sassuolo.
Il settimo risultato negativo consecutivo ha infatti fatto saltare definitivamente il tappo della pazienza rossoblu. E così, dopo aver incitato e sostenuto la squadra per tutti e 90 i minuti di gioco contro gli emiliani, al triplice fischio l'ira del Ferraris è esplosa in un coro di fischi ed imprecazioni nei confronti del presidente Enrico Preziosi e dei giocatori.
In città l'esasperazione dei tifosi del Grifone è evidente e la si respira non solo nei bar ma anche e soprattutto nelle piazze virtuali. I contestatori sono divisi tra chi se la prende con Juric e chi ce l'ha con Preziosi, con quest'ultima fazione in netta maggioranza.
L'edizione genovese di Repubblica in edicola oggi riporta il post scritto sulla propria pagina Facebook da uno dei leader storici della Gradinata Nord: "Parlo a titolo personale - si legge sul profilo di Roberto Scotto - a questo punto, signor Presidente, le chiedo ufficialmente di mettere in vendita veramente il Genoa perché il prossimo campionato potrebbe essere un inferno per tutti".
In tutto questo si aggiunge il fatto che se da un lato Preziosi ha annunciato settimana scorsa che non si recherà più allo stadio, proprio per evitare contestazioni, dall'altra i sostenitori rispondono disertando gli allenamenti dei rossoblu a Pegli.
La gara di venerdì sera contro il Napoli rappresenterà una piccola tregua. La squadra giocherà fuori casa contro una rivale molto forte la cui tifoseria è da decenni gemellata con quella ligure e dunque una sconfitta può anche essere messa in preventivo. Ma dall'impegno successivo, tra due domeniche in casa dell'ormai rassegnato Pescara, la vittoria è un obbligo.