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Genoa, Criscito: 'Volevo restare ma non facevo parte del progetto. Tornerò qui...'
Il difensore campano, che lo scorso venerdì ha ufficialmente e consensualmente rescisso il contratto che ancora per un anno lo avrebbe legato ai rossoblù, ha spiegato al quotidiano i motivi del suo addio: "Voglio fare chiarezza perché è giusto che sia così. Dopo Napoli avevo detto che mi sarebbe piaciuto restare anche in B e avevo anche detto che i matrimoni si fanno in due. Però una società tira le somme e ha un progetto e io non facevo parte di questo progetto. A questo punto le possibilità erano due: o smettevo, e la società su questo è stata fantastica perché mi ha dato subito l’opportunità di restare".
Un'eventualità che però non facevo ancora al suo caso: "Io me la sento ancora di giocare, quindi dovevo farlo da un’altra parte. In Italia avevo la possibilità, anche in B. Ma lottare contro la squadra che è nel mio cuore, che è stata la mia squadra per sempre, non mi andava. Allora ho colto l'opportunità di andare al Toronto. Tanti dicono che ho scelto per una questione economica ma non è così, l'ingaggio non è superiore di quello che prendevo al Genoa. La scelta è stata fatta insieme alla società, entrambi eravamo d'accordo e di questo devo solo dire grazie al Genoa. Mi ha dato la possibilità di scegliere“.
Criscito ha poi ripercorso l'ultima sfortunata stagione del Genoa, descrivendo cosa non ha funzionato: "Tante cose. Quando si cambiano tre allenatori durante un anno significa che sono diverse le cose che non sono andate bene. A livello personale, prima dell’infortunio, forse era la mia migliore stagione in rossoblù. C’è stata poi la storia del passaggio al Toronto di marzo che non mi ha aiutato. Sono stati mesi molto difficili”.
Mesi difficili culminati per Criscito in quello che è a suo dire il momento peggiore della sua carriera: "Sicuramente il rigore sbagliato nel derby, qualcosa che mi rimarrà per sempre, un rimpianto che avrò per tutta la vita. Ancora adesso ci sono gli sfottò da parte dei doriani, ma quello fa parte del gioco. Quel dolore però mi rimarrà per sempre. I ricordi belli sono tanti. Sicuramente il gol contro l’Odense nel 2009 in Europa League ma anche il primo gol al mio ritorno al 93esimo contro la Lazio nel 2019. I momenti belli sono tanti, difficile sceglierne uno. È più facile scegliere quello più brutto".
Infine una promessa: “Parto, ma tornerò per fare il dirigente. Insieme abbiamo deciso che quando tornerò avrò la possibilità di entrare in società. E di questo devo dire grazie ad Andres Blazquez e alla nuova società".