Genoa, Caracciolo:|'Sogno la terza volta azzurra'
«Allenamenti ad alta intensità». Lo dice l’ultimo arrivato alla corte di Alberto Malesani, Andrea Caracciolo, il quale sta svolgendo un lavoro differenziato per mettersi in pari con i compagni, dopo il periodo “in solitaria” al Brescia. Perciò, per il debutto di domenica contro l’Atalanta (arbitra Rizzoli di Bologna), Pratto è ancora in vantaggio per accompagnare Palacio in attacco. E quanto alle frequenze elevate, non potrebbe essere altrimenti visto che delle sedute di fondo o mezzofondo si occupa Antonio Raione: il preparatore atletico, ex nazionale cadetto, è in procinto di partecipare alla mezza maratona di Arenzano. Intanto, dopo Birsa (mercoledì comunque a riposo), rientrati dalle nazionali anche Granqvist e Kaladze. Colonne insieme a Bovo della difesa, dove dovrebbe mancare Dainelli (ancora qualche chance), mentre sicuro assente è Merkel (e Zé Eduardo, ancora in Brasile). Allora, potrà essere 4-3-1-2 con lo sloveno trequartista, oppure le soluzioni 3-5-2 e anche 4-4-2, con l’impiego di Rossi come centrocampista di destra. Malesani sfoglia la margherita tattica.
Prove anche ieri al Signorini, a porte chiuse, con una partita contro la squadra Primavera di Novelli. Stamattina, pre-rifinitura a porte chiuse. Intanto, nuova convocazione nella Under 19 slovena per Baskera e Krajnc.
E spera magari in una nuova chiamata, da parte del ct Prandelli, Andrea Caracciolo: «Sono stato in azzurro per due amichevoli, una con Lippi e una con Donadoni. Non c’è due senza tre, si può sperare...». L’attaccante si è raccontato a Genoa Live, dai tempi della scuola («Ho un attestato in elettrotecnica, non il diploma perché in quarta ho lasciato, per lavorare al bar dei miei») alla proposta di matrimonio alla sua Gloriana («Una festa fra amici, in un locale affittato a San Siro. Poi sono andato via e sono tornato per la proposta su un cavallo bianco, in quel momento sono partiti i fuochi artificiali. Uno ad altezza uomo, ha colpito un’amica alla pancia, vestito bruciato...». Ancora, l’amico ex rossoblù Bega che lo chiama «precisetti» e il perché del soprannome Airone: «Nato a Perugia, dall’articolo di un giornalista, dopo un anno ho cominciato a esultare così e poi il tatuaggio sul polpaccio». Al più presto, airone da fare nel Grifone.