CALCIO ALLA TV. Gene Gnocchi a Paola Ferrari: 'Non sei igienista dentale, non puoi fare politica'
Comico, attore, conduttore televisivo, ex calciatore e grande appassionato di calcio. Gene Gnocchi è questo e tanto altro: un irresistibile vulcano di battute, nonsense, freddure e sguardi personalissimi sulla realtà, per trovarne l'aspetto più comico e spiazzante. In esclusiva ai microfoni di Calciomercato.com, Gene Gnocchi parla di comicità, politica, calcio, televisione e del suo rapporto, inesistente, con internet.
In un Paese in cui spesso, nel calcio come nella politica, nell'economia come nel mondo dello spettacolo, la (tragi)commedia della realtà supera di gran lunga la fantasia, come è cambiata la professione del comico?
"Personalmente non sono mai stato molto interessato all'aspetto politico e sociale. Sono sempre partito da spunti derivanti dalla realtà per poi stravolgerli. Il fatto quindi mi tocca marginalmente. Ma il fatto comunque è vero e secondo me il motivo è che il politico prima era meno presente, lo vedevi ad esempio solo alle tavole rotonde con Jacobelli o in situazioni del genere... Ora invece la presenza dell'uomo politico si è moltiplicata per cento e alla centesima volta che parla e ripete la stessa cosa il politico in questione non è più lui, ma è diventato la macchietta di se stesso".
Il politico che diventa comico, qual è il caso più eclatante degli ultimi anni? Chi la fa più ridere?
"Fanno ridere certe dichiarazioni. Fa ridere che le cene di Arcore fossero 'cene eleganti'. E poi, come dicevo prima, qualsiasi cosa quanto la senti ripetere per cento volte inizia a far ridere. Le metafore di Bersani, ad esempio: alla centesima volta che le senti non sono più dichiarazioni politiche, ma diventano comiche. E penso anche a Monti: si era accreditato come persona seria, ma poi di fronte alle telecamere ha ceduto anche lui. E alla fine è finito a fare la foto col cagnolino in braccio".
E il comico che diventa politico, alias Beppe Grillo, come lo vede?
"Grillo ha un percorso che si è ampiamente preparato nel tempo. Beppe lo conosco da trent'anni e nei suoi spettacoli lo sentivo parlare di temi come l'ecologia già molti anni fa. Quindi non mi ha affatto sorpreso il suo approdo in politica, vista la sua preparazione. Ma Grillo è un caso unico".
Parliamo di calcio. Lei ha sempre detto di essere tifoso dei calciatori e non delle squadre. Quali sono, nella sua classifica personale, i tre migliori calciatori di tutti i tempi e i tre migliori di oggi?
"Il mio podio ideale di tutti i tempi è questo: Platini, Rivera e Zidane. I miei tre preferiti di oggi invece sono Messi, Cristiano Ronaldo e Verratti".
Il personaggio del calcio che le è più simpatico, che la fa più ridere?
"Mi fanno ridere in tanti, da Cassano a Lotito. Soprattutto Lotito, che è di una comicità inconsapevole, quando ad esempio parla in latino. Ma adoro anche De Laurentiis: i suoi pistolotti sono fantastici, quando bisogna far addormentare i bambini sono l'ideale...".
E quello che le piace di meno?
"Non mi piace Zamparini, con quel suo atteggiamento da padre padrone. Ti licenzio, poi ti riprendo, poi ti mando via di nuovo... Mi sembra un autoritarismo fuori luogo".
C'è qualche calciatore, allenatore o dirigente che non ha gradito una sua battuta e glielo ha fatto sapere?
"Il figlio di Moggi, che non gradì un Rompipallone sull'aereo che aveva affittato per portare Ilaria D'Amico a Parigi, una situazione che gli aveva creato problemi con la moglie. Me lo fece sapere. E poi Materazzi, per una mia battuta a Quelli che il calcio. Ma non mi contattò direttamente, lo disse a Simona Ventura. E poi anche altri. La cosa che li accomuna è che non te lo fanno mai sapere direttamente, ma te lo fanno dire da qualcun altro".
L'allenatore della Juventus, Antonio Conte, ha detto che la violenza e il fanatismo con i quali si vive il calcio in Italia gli fanno venire voglia di andare all'estero. Lei ha mai pensato di lasciare l'Italia?
"Sì, ci ho pensato. Ho pensato di andare nella Svizzera italiana, a Bellinzona, dove ho fatto degli spettacoli e mi sono sempre trovato benissimo. E dove c'è un bravissimo editore, Casagrande".
In tv è ospite fisso alla Domenica Sportiva. Come sono i suoi compagni di viaggio Paola Ferrari, Emiliano Mondonico, Adriano Bacconi, Fulvio Collovati, Marco Civoli e Ivan Zazzaroni?
"Paola Ferrari dipende da come la montano la domenica sera. Lei infatti è componibile, ma a volte non trovano più il libretto delle istruzioni. Con Mondonico mi sono allenato, all'AlbinoLeffe. E' una persona di grande cuore, pensando a quello che ha passato: la malattia e un'operazione complicata. Ma ha sopportato e sopportato questo tipo di situazione, che lascia sempre dietro di sè un'ombra, con grande leggerezza. A Bacconi invece dico sempre che lui come lavoro potrebbe fare quello che cambia il letto nei film porno. E' un esempio per i giovani: se ce l'ha fatta lui, vuol dire che una speranza c'è per tutti. Il problema di Collovati invece è che vede il calcio da difensore, che recupera il pallone e lo passa ad altri a cinque metri di distanza. Secondo me, per intendertene di calcio, devi aver fatto almeno il centrocampista. Civoli invece sembra Accio, un personaggio dei fumetti di tanto tempo fa che nessuno ricorda. E infine c'è Zazzaroni, che deve decidere se fare Ballando con le stelle o parlare di calcio. C'è un conflitto di interessi: a volte parla di calcio con lo stesso tono col quale fa il giudice della trasmissione della Carlucci".
Paola Ferrari si apprestava a intraprendere la carriera politica, nella Giunta regionale della Lombardia, fra le fila del Pdl. Poi ha rinunciato, ritirando la sua disponibilità, a causa del "fuoco incrociato" al quale è stata sottoposta.
"Io alla Domenica Sportiva l'ho detto a Paola: non sei neanche igienista dentale, come puoi pensare di entrare in politica?".
Quando la rivedremo con un programma tutto suo in televisione?
"Ho molte idee e ho già realizzato due puntate zero per due programmi diversi. Uno, che si potrebbe chiamare Rompipallone quiz show, potrebbe andare in onda nella prossima stagione. Il tema è la ricerca del sostituto di Cesare Prandelli alla guida della Nazionale, un ruolo per il quale in Italia ci sono 50 milioni di candidati. Abbiamo fatto un casting per l'episodio zero e abbiamo ricevuto tantissime candidature. Non sarebbe un programma solo nozionistico: chi vuol fare l'allenatore, oggi, non deve solo sapere di tattica e tecnica, ma anche di alimentazione, di comunicazione e di gossip. Se ad esempio ti telefona Raffaella Fico e ti dice che avrà un figlio da Balotelli, tu allenatore devi sapere cosa rispondere... E poi ho fatto la puntata zero di una trasmissione sul rock, insieme a mia figlia. Infine, altri due miei progetti riguardano un programma per bambini e un magazine culturale, una cosa che potrebbe andare bene per Rai 3 o per Sky Arte".
E il suo rapporto con internet com'è?
"Nullo, il rapporto non c'è. Non ho un computer e non uso internet. Il mio figlio più giovane, che ha vent'anni, dovrebbe presto insegnarmi qualcosa. Ma adesso ha la morosa...".
Conosce Calciomercato.com?
"Conosco Jacobelli e mi basta... (ride, ndr)".
Qual è la notizia di mercato che vorrebbe leggere la prossima estate?
"Che Verratti torna in Italia, mi piace talmente tanto che vorrei godermelo di più. Al Paris Saint Germain c'è un tale casino...".