Gazzoni: 'Niente Calciopoli con il Var'. Bologna centro d'Italia che odia la Juve
Il Dall'Ara è diventato uno degli stadi più ostili ai bianconeri, per una delle rivalità forse meno famose per la Juve - di certo meno rispetto a Fiorentina e Napoli -, ma di sicuro sentita. Anche perché l'ostilità è stata alimentata dalla striscia negativa dei rossoblù, che in casa non festeggiano un successo sulla Juventus dal 1998, quando il 3-0 di Paramatti (successivamente bianconero), Signori e Fontolan aggravò la crisi che avrebbe poi portato alla separazione da Lippi. Quel giorno la Juventus era ancora considerata come le altre grandi (Milan e Inter), doveva ancora avere inizio la rivalità giunta fino a episodi di cronaca, quali l’aggressione con bastoni e petardo contro il pullman bianconero o striscioni come "Brucia un gobbo".
Lo spartiacque risale alla stagione 2004/2005, quando il senso di sfida alla squadra più forte ha lasciato spazio alla furia generata dal confronto con il club considerato depositario del potere. Così è nata un'avversione nei confronti della Juventus che non è tradizionale come quella di Firenze, e che non è sullo sfondo di duelli per lo scudetto, come con il Napoli, ma è altrettanto accesa. Prima di quel 2005, Bologna e Juventus non erano mai state particolarmente in rotta di collisione: l'eccezione fu il trasferimento di Maifredi a Torino, che aveva appena riportato il Bologna in Europa, ma quello strappo si rivelò una sconfitta per entrambe le parti. Il Bologna tornò subito in B, mentre l'annata torinese del tecnico è ancora ricordata dai bianconeri come un incubo. Sotto le Due Torri, la retrocessione del 2005 è ricordata più per episodi arbitrali e il caso Calciopoli che per l'incredibile retromarcia della squadra di Carletto Mazzone, tanto che nell'estate successiva l'allora patron Gazzoni avviò una lunga vertenza per chiedere anche alla Juventus risarcimenti ultramilionari. In quel triennio 2002-2005, il Bologna e i suoi tifosi si sentirono più volte beffati: nel 2003, il 2-2 del Dall’Ara segnò la rottura con il tecnico rossoblù Guidolin ed è ricordato per le mani portate alle orecchie con cui Bettega festeggiò in tribuna il pari di Camoranesi al 95°. La rabbia emerse definitivamente nel dicembre 2004, con il successo 1-0 dei bianconeri e con l'arbitraggio di Pieri finito successivamente sotto inchiesta. Da allora, nulla è stato più come prima e nel mezzo è passato anche il controverso rigore concesso a Krasic nel 2010, episodio "azzerato" dall'errore dal dischetto di Iaquinta. E poi ancora i festeggiamenti di Conte per una vittoria che valeva mezzo scudetto nella sua seconda stagione, bacchettati da Pioli e fischiati dal pubblico che ha scalato velocemente la classifica dell'antijuventinismo.
Tuttosport in edicola oggi disegna il resto dell'Italia che "odia" la Juve. Milano è difficile da catalogare: perché è indubbio che la Juventus non sia particolarmente simpatica agli interisti (e pure ai milanisti), ma resta anche la città con il maggior numero di tifosi bianconeri, per altro dominanti in Lombardia. Napoli e Firenze sono terreni minati per la Juventus. Ma c'è un'ostilità diffusa anche a Verona, Bergamo e Cagliari, dove i tifosi juventini sardi vengono insultati pesantemente. A Palermo, invece, esiste - caso rarissimo - una sorta di bigamia calcistica per cui è normale trovare tifosi che sostengono sia Juventus che Palermo. Amica dei bianconeri è Cesena, così come quasi tutta la Romagna. Con Avellino c'è un vecchio legame, così come con Piacenza. La Toscana ha molte "enclavi" bianconere, da Prato alla zona di Massa e quella di Lucca.