AFP/Getty Images
Gazidis, il modello Arsenal è rischioso per il Milan
LA POLITICA DI GAZIDIS - Per il Diavolo, Gazidis ha in mente un progetto sportivo, economico e organizzativo. Un club capace di sostenersi con l’autofinanziamento, ricco di giovani talenti che possano generare oltre che valore sul campo anche una plusvalenza futura. A gennaio ha bocciato i potenziali acquisti di Ibrahimovic e Fabregas, ha votato no ai rinnovi di Abate e Zapata. La sua idea è quella di formare una rosa composta per la stragrande maggioranza di under 25. Un'idea tanto affascinante quanto rischiosa, se l'ambizione è quella di riportare il Milan a gareggiare stabilmente nella Champions League. Al gruppo attuale mancano i leader, quei giocatori in grado di farsi sentire quando la nave è in tempesta. L'ultima stagione dovrebbe servire da monito in tal senso.
RISCHIO CALCOLATO? - Gli ultimi nove anni dell'Arsenal targato Gazidis raccontano tante storie. La prima è la massimizzazione dei ricavi e questo Elliott spera che possa verificarsi a breve anche con il Milan. Ma anche pochi successi: soltanto 3 Coppe di Inghilterra e 3 Community Shileds. Non la migliore prospettiva per un club che viene si da quasi un decennio di anonimato ma che può anche fregiarsi di una tradizione a livello internazionale di primissimo livello. Non è una equazione perfetta, ma solo con i giovani difficilmente si arriva alla gloria. Specie se debbano essere talentuosi ma a costi contenuti come i vari Sensi, Saint-Maximin e via dicendo. Il rischio, seguendo quello che è stato il modello dei Gunners fino alla stagione attuale dove hanno la possibilità di alzare la Europa League, è quello di trasformare il Diavolo in un trampolino di lancio dove i giovani si formano per poi vincere altrove.