Gazidis, Ibrahimovic e Pioli: i tre punti fermi del Milan in un mare di incertezze
Si, avete capito bene. Anche questa volta non ci facciamo abbindolare dalle ostentate e continue conferme del tecnico e non ci facciamo fuorviare dai numerosi e insistiti complimenti nei suoi confronti. Subito dopo la “cacciata” di Boban a seguito delle fondate voci sull’arrivo di Rangnick, sono piovute una serie di mozioni di fiducia da parte di Gazidis, dei suoi accoliti e della solita stampa di regime. Tante e reiterate. Persino dopo l’oscena prestazione contro il Genoa, una delle peggiori partite che si possano ricordare della squadra rossonera. Una sconfitta maturata in quel modo avrebbe fatto traballare la panchina di chiunque. E invece Pioli no. Non è stato messo in discussione, anzi è stato rassicurato dai vertici. Segnale chiaro che la sua panchina non salterà per il semplice motivo che è già saltata. Almeno per la prossima stagione.
Non è ancora dato sapersi quale sarà il ruolo preciso di Rangnick, non si sa se si siederà in panchina in prima persona e avrà la diretta responsabilità tecnica della squadra oppure se ricoprirà un incarico più spiccatamente manageriale, in pratica se erediterà la poltrona dalla quale è stato bruscamente spodestato Boban. Ma di sicuro in entrambi i casi non è prevista la presenza del bravo e paziente Stefano Pioli nell’organigramma della prossima stagione. Nel primo caso infatti sarebbe Rangnick stesso l’allenatore, nel secondo il tedesco, giustamente, sceglierebbe una figura di sua fiducia, che possa sposare esattamente la sua filosofia di gioco, lavoro e costruzione della squadra. Pertanto, al di là delle smentite di rito, fin troppo numerose per risultare credibili, Pioli probabilmente terminerà la stagione in corso, sempre che ripartano campionato e Coppa Italia e poi verrà salutato. Oltretutto, se non ci hanno raccontato altre bugie al momento della firma del contratto, lo stesso Pioli dovrebbe liberarsi automaticamente in caso di mancata qualificazione alla prossima Champions League.
Non abbiamo peraltro dubbi sul fatto che l’ex tecnico nerazzurro svolgerà con grande abnegazione e professionalità il suo lavoro fino a fine stagione, come ha fatto dal primo giorno in cui ha cominciato a Milanello. Professionalità e serietà estreme che lo contraddistinguono e che gli hanno consentito di non mettersi a ridere di fronte a certe scelte incomprensibili del management di via Aldo Rossi. Quelle scelte e quelle idee che nell’ultimo anno e mezzo hanno fatto perdere la pazienza a 4 monumenti della storia rossonera come Leonardo, Gattuso, Boban e Maldini. A quest’ultimo e alle sue splendide parole dopo la rivelazione della positività al test del Covid-19 vogliamo dedicare la chiosa di questo articolo. Parole da straordinario ed eterno campione. In campo e fuori.