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Gattuso sbaglia tre volte: altro che Montolivo, doveva escludere Higuain!
Ora, prima di schierare un terzino a centrocampo, bisogna pensarci bene. Ancor di più se un potenziale sostituto sta seduto in panchina, si chiama Riccardo Montolivo, ha 33 anni, è un centrocampista in grado di fare sia il centrale che l’interno, è stato capitano della squadra, ha giocato in Nazionale per la quale ci ha messo (e lasciato) le gambe, conosce bene il ruolo e i compagni.
Gattuso, alla vigilia, si è assunto la responsabilità della decisione sostenendo che “scelgo i giocatori per come si allenano e per come si comportano”, facendo capire che Montolivo non sia esattamente un modello di professionalità. Premetto che, se avesse voluto davvero far intendere una cosa del genere, non sarei per nulla d’accordo con l’allenatore. Ho conosciuto e conosco Montolivo abbastanza bene per poter affermare l’esatto contrario e cioè che è un calciatore serio, educato, responsabile e maturo. Penso anzi che, per evitare contenziosi pesanti, Gattuso e/o la società si siano visti costretti a reintegrare il giocatore che è sotto contratto, ma abbiano stabilito di comune accordo (o forse l’hanno deciso Leonardo e Maldini) di non utilizzarlo. I diaristi di Milanello, infatti, ci raccontano che Montolivo durante la settimana si allena con il gruppo ma poi, al momento della partitella, non vi partecipa e non certo per sua scelta. Se è così (e non ho ragione di dubitarne) è chiaro che Montolivo è come non averlo. E, aggiungo, è inutile anche portarlo in panchina perché al massimo avrà mezz’ora di autonomia.
Ma, ammesso anche che Calabria fosse una soluzione, non lo è stato certo schierare un Higuain in queste condizioni. L’argentino non è guarito dai problemi alla schiena, è lento nei movimenti e prevedibile nelle giocate. Ormai non sfugge più a nessuno e le sole cose che gli riescono sono le aperture di gioco quando scende tra le linee a prendere palla. Coraggio per coraggio (e per escludere Montolivo ce ne è voluto molto), allora sarebbe stato opportuno anche schierare Cutrone al posto di Higuain.
Ma l’errore più grave Gattuso l’ha commesso a ventitré minuti dalla fine, quando ha inserito Laxalt e Cutrone insieme. E se il ricorso al primo, ancorché in condizioni pietose, era giustificato dai crampi di José Mauri, il secondo avrebbe dovuto prendere il posto del centravanti argentino. A quel punto Castillejo sarebbe scalato a mezz’ala, con Calhanoglu in mezzo e Calabria sempre interno di destra. Invece passare dal 4-3-3 al 4-4-2 (Higuain e Cutrone davanti, Laxalt a sinistra e Suso a destra, con Calhanoglu e Calabria centrali) ha squilibrato il Milan che fino a quel momento, e anche dopo il gol di Chiesa, non aveva subito nulla. Così al 73’ Federico, il figlio di Enrico, ha preso palla sulla sinistra, ha saltato proprio Calabria che, inciucchito dal gran correre, non ha saputo opporre resistenza e di destro ha concluso dai 25 metri alla sinistra di Donnarumma. Gol alla Chiesa del giocatore che meno aveva fatto e più era stato richiamato da Pioli.
Prodezza decisiva perché il Milan si è fermato (84’) ad un colpo di testa di Rodriguez, deviato da Lafont sopra la traversa. Lo svizzero è stato tra i più positivi. Al 29’ del primo tempo, infatti, ha concluso di sinistro da fuori area e Lafont si è disteso deviando in tuffo. Aveva cominciato bene anche Calhanoglu (43’, salvataggio sulla linea di Milenkovic su tiro del turco a botta sicura), mentre Suso, ad inizio di ripresa, ha avuto l’occasione per un assist presumibilmente vincente. Invece, dopo aver saltato due avversari, ha tirato dalla linea di fondo sul primo palo dove Lafont non ha tradito. Di Higuain si ricorda solo un colpo di testa (57’) su cross di Suso. Troppo poco per meritare una sufficienza.
La Fiorentina ha vinto senza osare. Non sono d’accordo con chi dice che ha condotto la partita più e meglio del Milan. Si è limitata difendersi e a controllare sperando in qualche soluzione estemporanea davanti (51’ Mirallas, poi sostituito da Gerson, in girata alta dopo cross di Benassi). Non ha rubato nulla, questo no, ma giocare proponendo calcio non è significa esercitare una marcatura a uomo con l’intento di pressare in avanti. Beppe Bergomi, spalla tecnica di Caressa, ha esaltato il tre contro tre difensivo (che alla fine è diventato cinque contro tre), ma in realtà non c’era nulla di spettacolare, né di innovativo (Gasperini lo fa da anni). I punti, però, sono come il danaro, non mandano cattivi odori. E con questi tre la Fiorentina è a ridosso del Milan, ora quinto. Insomma nella mischia per l’Europa spinge anche la squadra di Pioli.
IL TABELLINO
Milan-Fiorentina 0-1 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 28' st Chiesa (Fio)
Assist:
Milan (4-3-3): G. Donnarumma; Abate (Dal 38' st Conti), Zapata, Romagnoli, Rodriguez; Calabria, Mauri (Dal 22' st Cutrone), Calhanoglu; Suso, Higuain, Castillejo (Dal 22' st Laxalt).
Panchina: Reina, A. Donnarumma, Conti, Montolivo, Musacchio, Cutrone, Halilovic, Laxalt, Brescianini, Tsadjout. All. Gattuso.
Fiorentina (4-3-3): Lafont; Milenkovic, Pezzella, Vitor Hugo, Biraghi; Benassi (Dal 41' st Laurini), Veretout, Edmilson; Mirallas (Dal 16' st Gerson), Simeone (Dal 43' Pjaca), Chiesa. Panchina: Dragowski, Laurini, Ceccherini, Norgaard, Eysseric, Santos Da Silva, Pjaca, Dabo, Olivera, Hancko, Vlahovic, Therea. All. Pioli.
Ammoniti: 32' pt Pezzella (Fio), 42' pt Vitor Hugo (Fio), 17' st Edmilson (Fio), 32' st Suso (Mi)